LAVORATORI STAGIONALI, L’UE CHIEDE DI GARANTIRE LA LIBERA CIRCOLAZIONE TRA PAESI. IN ITALIA VOUCHER E DECRETO FLUSSI

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A professioni critiche come quelle del settore medico, alimentare, dei trasporti e gli stagionali in agricoltura va garantita la libera circolazione nell’Ue. E’ quanto sottolinea la Commissione europea nelle linee guida pubblicate ieri 30 marzo per garantire la libera circolazione intra-Ue dei lavoratori in settori critici durante l’epidemia Covid-19 e per attuare le restrizioni ai viaggi non essenziali verso l’Ue. Il primo insieme di linee guida identifica le tipologie di lavoratori per i quali è considerato essenziale garantire la libera circolazione nell’Ue, in particolare per combattere la pandemia di Coronavirus (leggi qui il documento, in inglese). Le linee guida per i viaggi non essenziali verso l’Ue servono invece alle autorità di frontiera per l’attuazione delle restrizioni temporanee, l’agevolazione delle modalità di transito per il rimpatrio dei cittadini dell’Ue e per eventuali problemi di visto.

Le linee guida individuano una serie di lavoratori che esercitano professioni critiche e per i quali la libera circolazione continua nell’UE è considerata essenziale. La Commissione esorta gli Stati membri a stabilire procedure specifiche libere da oneri e rapide per garantire un passaggio senza intoppi a questi lavoratori frontalieri, compreso uno screening sanitario proporzionato.

Oltre a queste categorie specifiche di lavoratori, le linee guida chiariscono anche che gli Stati membri dovrebbero consentire ai lavoratori frontalieri in generale di continuare ad attraversare le frontiere se il lavoro nel settore interessato è ancora consentito nello Stato membro ospitante.

Per quanto riguarda i lavoratori stagionali, in particolare nel settore agricolo, gli Stati membri sono invitati a scambiare informazioni sulle loro diverse esigenze a livello tecnico e a stabilire procedure specifiche per garantire un passaggio agevole a tali lavoratori, al fine di rispondere alle carenze di manodopera dovute alla crisi. I lavoratori stagionali in agricoltura svolgono in determinate circostanze funzioni critiche di raccolta, piantagione e cura. In tale situazione, gli Stati membri dovrebbero trattare tali persone come lavoratori ‘critici’ e comunicare ai datori di lavoro la necessità di prevedere un’adeguata protezione della salute e della sicurezza.

Ricordiamo che in Italia il ministero dell’Interno ha prorogato fino al 15 giugno tutti i permessi di soggiorno in scadenza tra il 31 gennaio il 15 aprile, dando la possibilità per i titolari di effettuare la domanda di rinnovo dopo tale data. Misura sollecitata dalle organizzazioni agricole italiane vista l’emergenza lavoratori stagionali con settori cardine, come quello orticolo e frutticolo, che rischiano di rimanere completamente bloccati a causa della carenza di manodopera. Molti lavoratori stagionali, infatti, hanno fatto rientro nei loro Paesi d’origine ed altri che sono disponibili a venire – anche perché in possesso di contratti già firmati con le aziende – non riescono ad arrivare perché trovano difficoltà ad attraversare determinati Paesi. Da qui la necessità di “corridoi verdi ” per permettere la mobilità all’interno della Ue di questi lavoratori.

Confagricoltura e Coldiretti comunque sollecitano di allargare e rendere più flessibili tutti gli strumenti per reclutare nuova manodopera, come i voucher, e avviare in tempi rapidi l’iter per la definizione di un nuovo decreto flussi che consenta al settore agricolo di impiegare lavoratori non comunitari. La semplificazione del voucher “agricolo” deve poter consentire da parte di cassaintegrati, studenti e pensionati italiani lo svolgimento dei lavori nelle campagne in un momento in cui scuole, università attività economiche ed aziende sono chiuse e molti lavoratori in cassa integrazione potrebbero trovare una occasione di integrazione del reddito proprio nelle attività di raccolta nelle campagne.

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