Ieri a Latina al Convegno nazionale sulla batteriosi del kiwi, organizzato dal Consiglio per la Ricerca e la Sperimentazione in Agricoltura (CRA), che prosegue anche oggi, si è fatto il punto sulla diffusione e pericolosità del batterio in Italia e nel mondo e sulle scoperte scientifiche inerenti alla sua diffusione, diagnosi e diversità genetica.
Sono stati, inoltre, illustrati i risultati finora ottenuti per la prevenzione e la difesa nei confronti del batterio causa della malattia. Al convegno partecipano esperti sulla coltivazione del kiwi e fitopatologi coinvolti nelle ricerche su questa grave malattia, dirigenti del Ministero per le Politiche Agricole, Alimentari e Forestali, responsabili dei Servizi Fitosanitari delle regioni interessate dal problema.
“Lo studio effettuato, e pubblicato a novembre sulla prestigiosa rivista Plos One (leggi news), ha consentito di decodificare il genoma del batterio, individuando le caratteristiche genetiche, i fattori di virulenza e di adattamento ambientale nonché l’origine dell’attuale popolazione del patogeno. Ciò consentirà di migliorare le strategie per il contenimento del propagarsi della malattia e di ottenere nuove formule in grado di annullare la forza del microrganismo in campo, ha affermato Marco Scortichini, patologo del C.R.A. e Direttore dell’Unità di ricerca per la Frutticoltura di Caserta”.
“Il sequenziamento del genoma del patogeno – ha continuato Scortichini – è un passo fondamentale per contrastarne la diffusione attraverso strategie di prevenzione e di difesa che mirano, da un lato, a non esaltare la virulenza del batterio e, dall’altro, ad annullarne la capacità di trasferirsi ad altre piante”.
E’ bene ricordare – ha concluso il patologo del CRA – che la malattia del kiwi è un problema che attualmente interessa tutte le maggiori aree di produzione del kiwi nel mondo (Italia, Nuova Zelanda, Cile, Francia) e sta mettendo a serio rischio la possibilità di continuarne la coltivazione. In Italia è presente nel Lazio, Piemonte, Emilia-Romagna, Veneto, Calabria, Campania e Friuli ed ha già causato, negli ultimi tre anni, ingenti perdite economiche. Il MiPAAF ha recentemente finanziato un progetto strategico nazionale che, attraverso varie Istituti di ricerca del CRA e la partecipazione del Centro Servizi Ortofrutticoli (CSO), mira ad estendere le conoscenze di base sul batterio, a selezionare germoplasma resistente alla malattia e a proporre strategie risolutive di prevenzione e di difesa in grado di contrastare efficacemente il patogeno. Tale progetto intende, quindi, contribuire alla salvaguardia di una coltura molto importante per il comparto agricolo nazionale".