Bilancio d’anno senza particolari affanni per Maersk Italia. "Possiamo dire – affermano i manager di via Magazzini del Cotone a Genova – che il 2012, pur nelle difficoltà generali del mercato, ha rappresentato un anno che, dal punto di vista dei carichi refrigerati, può essere considerato positivo. Una crescita a ‘double digits’ che ci ha permesso di rinforzare la posizione di mercato".
Questo soprattutto sul versante delle esportazioni, che sono aumentate in maniera più consistente rispetto all’import, proseguono da Maersk Italia. "Siamo convinti – ha dichiarato Maersk Italia a Corriere Ortofrutticolo – che l’anno che sta per iniziare potrà ancora offrire nuove opportunità, soprattutto per le esportazioni verso il Medio Oriente, l’America Latina, gli Stati Uniti ed addirittura aprire le porte all’Estremo Oriente. Il 2013 sarà un anno in cui si renderà necessario dare stabilità al settore del trasporto di container reefer a livello globale. I costi di investimento cui i carrier devono fare fronte sono ingenti ed è fondamentale che tutti insieme, compagnie e clienti, si collabori per rafforzare dal punto di vista finanziario il settore, che diversamente, potrebbe essere esposto al rischio di non poter più garantire i livelli di qualità standard. D’altro canto il nostro impegno ad offrire ai clienti le migliori competenze tecniche e le più avanzate tecnologie non verrà meno nel lungo periodo".
Nel numero di dicembre 2012 in uscita, il Corriere Ortofrutticolo dedica attenzione alla logistica e ai trasporti, fornendo le opinioni di alcune aziende di riferimento.
Riccardo Martini, titolare della Tramaco di Ravenna, una delle società di spedizione più specializzate in Italia nella gestione dei trasporti di ortofrutta: "Nel 2012 abbiamo avuto un incremento dell’export verso i Paesi d’Oltremare durante la campagna primaverile-estiva perché produzioni abbondanti e mercati depressi in Europa hanno spinto il prodotto italiano in particolare verso i Paesi Arabi che hanno rappresentato una vera e propria valvola di sfogo, con volumi importanti. La stagione invernale è partita piano per la scarsa produzione di kiwi e soprattutto mele con prezzi che i mercati esteri hanno difficoltà a pagare. Gli esportatori si stanno così rivolgendo all’Europa. Per quanto riguarda il traffico d’importazione il transito nel Nord Adriatico per il prodotto di Israele, Cipro ed Egitto destinato all’Europa centrale e settentrionale, è stato in crescita, mentre l’import in controstagione di primizie e verdure è sceso ai minimi degli ultimi anni soprattutto per i prezzi, troppo alti per un mercato depresso come quello italiano anche se accettabili per i mercati nordeuropei".
Francesco Corsi, titolare della Corsi SpA di Verona, un grande trasportatore sempre più attrezzato a fare logistica integrata: "L’attività di trasporto legata all’export di frutta e verdura nel 2012 si è mantenuta su buoni livelli, sia per la campagna primavera-estate, sia in questa chiusura d’anno per i prodotti invernali destinati soprattutto al mercato tedesco. Il lavoro è aumentato. Non si può dire altrettanto dei margini, a causa del rincaro del carburante e di altri fattori, come la forte concorrenza delle società di trasporto dell’Est e del Nord Europa. Molte nostre aziende di trasporto sono chiaramente in difficoltà per questo, alcune hanno chiuso nel corso dell’anno. Mantenersi competitivi è sempre più difficile e il prezzo da pagare a volte mette in ginocchio le aziende italiane".
Roberto Wohlers, responsabile commerciale di Alpetrans, società di Marostica specializzata nei trasporti refrigerati: "Il 2012 è stato un anno negativo in termini economici per effetto del calo dei consumi e per la concorrenza spietata dei trasportatori stranieri, soprattutto di Lituania, Polonia, Romania e Bulgaria che anche nel trasporto a temperatura controllata lavorano a prezzi che rischiano di buttarci fuori mercato. Il lavoro non è mancato, almeno per una parte dell’anno, ma è sempre più complicato mantenere i clienti che chiedono qualità alta e prezzi bassi. Il lavoro con l’ortofrutta, che rappresenta per noi il 25-30% del totale, è influenzato da fattori diversi: non solo il prezzo ma il clima, per esempio. Basta una differenza di temperatura in primavera in Italia o negli altri Paesi produttori come la Spagna, la Grecia e il Marocco, e le opportunità di lavoro cambiano radicalmente. Il 30% del nostro fatturato viene fatto in Italia, il 70 tra Germania, Belgio e Olanda. Il nostro settore ha subìto un forte processo di selezione negli ultimi quattro anni. Malgrado le difficoltà, sappiamo che non possiamo cedere a livello qualitativo perché allora rischieremmo moltissimo. Le difficoltà del 2012 si sommano a un 2011 che era già stato un anno difficile".