LA TURCHIA VUOLE DIVENTARE AUTOSUFFICIENTE NELLA PRODUZIONE DI BANANE ED ESPORTARLE

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L’obiettivo della Turchia è quello di arrivare all’autosufficienza della produzione di banane entro i prossimi due anni. Non solo, punta a superare il fabbisogno nazionale di circa 800mila tonnellate di prodotto dando lo stop definitivo alle importazioni dalle regioni centro americane, e puntare a produrre 900mila tonnellate per iniziare ad esportare banane made in Turkey.

Quella delle colture bananicole turche è un’avventura iniziata negli anni Novanta con appezzamenti quasi tutti all’aperto. Ma la scoperta delle potenzialità della coltivazione in serra in maggiori rese, la maggiore qualità e il miglior sapore, hanno spinto gli imprenditori turchi a convertire la produzione in coltura protetta (serre con infrastrutture metalliche e coperture di teli di plastica, ombreggiati durante l’estate con della sabbia) al punto che la proporzione oggi è invertita perché si è arrivati a oltre 5mila ettari in coltura protetta e oltre 2mila a campo aperto.

Lo sviluppo delle serre di banane non è stato arrestato neanche dall’investimento iniziale particolarmente oneroso che oscilla tra i 180mila e i 500mila dollari per le sole infrastrutture. La sostenibilità economica dell’operazione, infatti, è ritenuta remunerativa anche per via degli alti prezzi di mercato del prodotto nel Paese che, fino ad oggi, sono stati influenzati anche dagli alti dazi di importazione (superiori al 140%).

I territori del Paese dove si stanno sviluppando sempre più velocemente le colture serricole, anche se persistono ancora colture in campo aperto, sono quelli lungo la zona costiera dell’Anatolia che sono protette dalla catena montuosa del Tauro. Oltre alla città di Mersin si produce anche a Bozyazu, sempre nella provincia dell’Anamur e poi anche nella provincia di Antalya e in particolare nelle città di Alanya e Gazipaşa.

Altre città, meno importanti per la produzione di banane sono Kumluca, Finike and Manavgat (provincia di Antalya), Yumurtalik nella provincia di Adana e Iskenderun.

In particolare, le province maggiormente interessate sono quella di Mersin. Questo distretto, infatti, da solo produce il 40% dei volumi nazionali.

Attualmente il Paese produce l’80% del fabbisogno nazionale – ha spiegato ad un quotidiano nazionale turco Ahmet Şeref Gümüş, presidente della Camera dell’Agricoltura di Anamur – ma, da qui a due anni, contiamo di arrivare a produrre circa 900mila tonnellate che superano il nostro fabbisogno nazionale, per potere così iniziare l’esportazione con le circa 100mila tonnellate di eccedenza”.

La crescita della produzione interna è praticamente volata negli ultimi dieci anni, dal 13% del fabbisogno all’attuale 80%.

Le spinte a questa volata sono state, da un lato, le restrizioni alle importazioni e, dall’altro, anche le agevolazioni fiscali statali che il governo a messo a disposizione dei produttori.

Le coltivazioni in serra, poi, sono più produttive rispetto a quelle a campo aperto dal momento che ogni casco di banane pesa circa 40 kg contro i 27 di quelli prodotti senza copertura anche se il calibro del frutto è inferiore rispetto a quelli provenienti dal Centroamerica. L’altro vantaggio è anche la velocità del ciclo colturale: 128 giorni per la raccolta contri i 153 del campo. Tutto questo grazie alla maggiore temperatura e umidità che si riescono a raggiungere in serra con dei sistemi di irrigazione a goccia.

Per quanto riguarda la stagionalità le serre permettono di raccogliere da ottobre a gennaio (con semina a febbraio, marzo e settembre), il campo aperto da novembre a marzo (con semina a marzo.

Mariangela Latella

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