LA PAROLA AI GROSSISTI: NEI PRIMI 7 MESI I CONTI TORNANO. MA NON PER TUTTI

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Un lavoro difficile, faticoso, ma che se ben fatto regala soddisfazioni, anche economiche: nonostante la concorrenza della moderna distribuzione, che spesso si avvale di proprie piattaforme, nonostante il calo dei consumi, il grossista ortofrutticolo tiene le posizioni e in certi casi avanza: “Chiudiamo i primi 7 mesi dell’anno con una crescita, in fatturato e volumi, del 10-15% rispetto allo scorso anno”, tira le somme Aurelio Baccini, presidente di Fedagro Confcommercio Firenze e vicepresidente nazionale della federazione guidata da Valentino Di Pisa. “C’è stata una flessione a maggio e giugno, a causa del maltempo, che ha solo parzialmente intaccato il trend positivo, ripreso nel mese di luglio appena concluso”.

“Il caldo sta spingendo le vendite di prodotti estivi, alcune produzioni sono in calo con un tendenziale incremento dei listini – prosegue Baccini – e questa tendenza sta consolidandosi. I risultati aziendali sono abbastanza positivi, si prospetta un’annata discreta; il problema numero uno in questo settore rimane quello della mancanza di disponibilità del personale, soprattutto qualificato, complici gli orari notturni”.

Di trend positivo parla anche, dal Centro agroalimentare di Rimini, Alessandro Marchese: “I fatturati sono in aumento, i consumi in ascesa grazie all’arrivo di turisti nel nostro territorio; la frutta estiva adesso tira e i listini sono interessanti, con remunerazioni tutto sommato soddisfacenti anche per i produttori”.

Risalendo la penisola, Salvatore Musso, operatore dell’Ortomercato di Milano sintetizza così: “Non è andata male, ma sicuramente poteva andare meglio. L’altalenarsi degli sbalzi termici un po’ in tutta Italia, i disastri del tempo al nord come i problemi di siccità al Sud hanno messo a dura prova la produzione nazionale un po’ in tutta Italia; non che negli altri paesi europei il clima sia stato più clemente, ma sicuramente un po’ più di merce d’importazione, in questa prima parte dell’anno, si è vista”.

SALVATORE MUSSO

“Abbiamo notato alcuni prodotti schizzare a prezzi molto alti per poi crollare da un giorno all’altro o viceversa”, aggiunge Musso. “Questo non permette di gestire una buona programmazione di forniture, lasciando spazio all’incertezza della determinazione del giusto prezzo verso il prodotto, con il malcontento dei produttori che spesso non si sono visti riconoscere neanche i costi di produzione. La mia azienda in questi primi 7 mesi dell’anno ha un po’ rispecchiato i valori dell’anno precedente: un discreto incremento nel fatturato si è evidenziato in questi ultimi mesi dovuto più che ad un aumento nei consumi ad aumenti generali dei prezzi, guidato sopratutto da alcuni prodotti, come gli agrumi, le drupacee, soprattutto ciliegie, albicocche, pesche e nettarine. Confido, assieme ai miei colleghi, che superato quest’ultimo periodo della fase estiva, ci sia al ritorno dalle ferie e con l’apertura delle scuole una ripresa generale nei consumi, che aldilà delle quotazioni generali sono alla base della nostra attività”, conclude il grossista di Milano.

Paolo Merci direttore di Veronamercato, riassume così il trend nel Centro agroalimentare veneto: “Dal punto di vista dei volumi il Mercato tiene bene e anzi recupera quote rispetto agli scorsi anni, tra lo 0,5 e l’1%; i fatturati invece sono a macchia di leopardo ma in alcuni casi inferiori anche del 10-15%. Preoccupa lo stato di salute della produzione che risente della siccità; e poi c’è il grosso problema della manodopera, particolarmente sentito nei campi ma anche nella nostra piattaforma, per i servizi e la logistica: trovare personale è una impresa”.

PAOLO MERCI

Dal Nord alle isole, andamento negativo in un mercato ortofrutticolo tipicamente alla produzione, quello di Vittoria, nel ragusano, “che ha subito un drastico calo dopo Pasqua, ad eccezione di alcuni articoli sporadici, e da allora non si è più ripreso”, l’analisi del grossista Giuseppe Zarba.

“I cantalupi hanno avuto un andamento positivo nella prima parte della stagione, ma poi hanno subito un crollo. Le miniangurie e il melone gialletto hanno registrato un andamento negativo mentre è buono quello delle anguria sotto serra; l’uva ha avuto un andamento positivo nella prima parte della stagione, ma ora sembra essersi stabilizzata con prezzi leggermente inferiori alla media; malissimo gli ortaggi”.

“Nel complesso – conclude Zarba – i sette mesi trascorsi hanno comportato significative perdite di fatturato rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. L’impressione è che i consumi abbiano subito una drastica contrazione, tanto che gran parte della merce quest’anno è stata venduta all’industria a prezzi estremamente bassi. Confidiamo però in un rapido miglioramento della situazione”.

Mirko Aldinucci
m.aldinucci@corriereortofrutticolo.it

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