LA MELA ITALIANA E I NUOVI MERCATI. UNA SFIDA CHE NON SI PUÒ PERDERE

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La mela è tra i frutti maggiormente esportati dall’Italia. A fronte di una produzione media totale nazionale di 2,2 milioni di tonnellate l’anno, ogni stagione vengono esportate circa 900 mila tons.

Sebbene il mercato principale per le mele italiane sia da tempo l’Unione Europa, che assorbe in media più della metà delle esportazioni totali, con Germania e Spagna principali Paesi destinatari, negli anni hanno acquisito maggiore importanza i Paesi Medio Orientali (Arabia Saudita su tutti) e i Paesi nordafricani, in particolare l’Egitto.

Negli ultimi anni, inoltre, sono aumentate in modo considerevole le esportazioni in Sud America (Brasile) e soprattutto nel lontano Oriente, con l’exploit del mercato indiano, che ha assorbito 50.000 tons nella stagione 2018/2019. Sono comparse nella lista dei Paesi importatori mete nuove ed inusuali per la mela italiana, da Hong Kong a Singapore, dallo Sri Lanka alla Malesia.

Di fronte ad un mercato italiano ed europeo non recettivo come un tempo, a produzioni crescenti in Europa e nei Paesi limitrofi e dunque ad un evidente squilibrio tra domanda e offerta, gli operatori italiani lavorano ormai da anni per l’apertura di nuovi mercati e sbocchi commerciali. Dopo faticosi e lunghi negoziati, nel 2020 sono stati così ufficialmente aperti alle mele italiane tre nuovi Paesi, con un potenziale giudicato promettente dagli esportatori: Taiwan, Tailandia e Vietnam. In ognuno di questi Paesi la buona fama del made in Italy, la sostenibilità della produzione e le novità varietali possono giocare certamente a favore della produzione del nostro Paese.

Il processo per aprire un nuovo sbocco commerciale non è certo privo di difficoltà. Una volta identificati i mercati di potenziale interesse, Assomela, l’Associazione italiana dei produttori di mele, collabora con le istituzioni nazionali, prima fra tutte con il Ministero delle Politiche Agricole e le rappresentanze diplomatiche nei vari Paesi del mondo, per preparare la documentazione tecnica necessaria a portare avanti i negoziati per l’apertura dei mercati fungendo da trait-d’union tra gli operatori e le istituzioni. Una volta fornite le informazioni richieste, Assomela, insieme a CSO Italy, che si occupa da anni dell’apertura di nuovi mercati per vari prodotti ortofrutticoli italiani, su richiesta delle autorità organizza gli audits degli ispettori fitosanitari in Italia presso le strutture e le aziende dei propri soci. Solo una volta negoziate, attraverso un protocollo bilaterale tra le rispettive autorità fitosanitarie, le definitive condizioni di esportazione e di accesso in un nuovo mercato, la fase di export può iniziare.

È innegabile che per alcuni Paesi, nonostante i duri e lunghi negoziati, le procedure per esportare siano piuttosto complesse e implichino il lavoro di tanti attori differenti, ma l’ingresso in mercati potenzialmente tanto importanti richiede organizzazione, la qualità eccellente del prodotto e tutto il tempo necessario per fidelizzare clienti e consumatori. E’ una sfida che non si può perdere.

Giulia Montanaro

Responsabile Relazioni Internazionali di Assomela

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