LA DOP ECONOMY SUPERA I 20 MILIARDI. L’ORTOFRUTTA MIGLIORA I DATI MA NEI TOP 15 A VALORE HA SOLO LE MELE

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di Cristina Latessa

Pur fronteggiando uno scenario macroeconomico complesso, la Dop Economy continua superare se stessa. Il settore delle Dop e Igp nel 2022 è volato oltre la soglia dei 20 miliardi di euro di valore alla produzione (+6,4% su base annua), assicurando un contributo del 20% al fatturato complessivo dell’agroalimentare italiano.

Più nel dettaglio, il comparto cibo ha sfiorato i 9 miliardi di euro (+9%), trainato da formaggi (5.227 milioni di euro di valore alla produzione, +11,6% sul 2021), prodotti a base di carne (2.271 milioni, +7,5%) e ortofrutticoli e cereali (391 milioni di euro, +0,7%). Da segnalare che la categoria ortofrutta e cereali, che conta 125 denominazioni e rappresenta il 4,4% del valore alla produzione del comparto cibo Dop Igp, nel complesso rispetto al 2021 ha migliorato tutti i principali parametri produttivi e commerciali. Molto bene anche il comparto vitivinicolo che ha superato in valore gli 11 miliardi di euro (+5%), trascinato ancora una volta dal sistema Prosecco.

E’ quanto emerge dal XXI Rapporto Ismea-Qualivita presentato oggi a Roma, con le illustrazioni del commissario straordinario Ismea Livio Proietti, di Cesare Mazzetti, presidente Fondazione Qualivita, di Maria Chiara Zaganelli, direttore generale Ismea, di Mauro Rosati, direttore Fondazione Qualivita e la partecipazione, tra gli altri, del ministro dell’Agricoltura, Sovranità alimentare e foreste Francesco Lollobrigida, dell’europarlamentare Paolo De Castro, relatore della riforma comunitaria delle IG recentemente approvata, e del presidente di Federdoc, Giangiacomo Gallarati Scotti Bonaldi.

Bene l’ortofrutta nel valore export per categoria

Il rapporto Ismea-Qualivita evidenzia anche un balzo in avanti dell’export Dop e Igp che nel 2022 ha raggiunto quota 11,6 miliardi (+8% sul 2021), rappresentando il 19% del giro d’affari all’estero dell’agroalimentare nazionale. La filiera del cibo ha realizzato 4,7 miliardi di fatturato (+6% in un anno), il comparto vino ha sfiorato i 7 miliardi registrando una progressione del 10% sul 2021. All’interno del valore export per categoria, gli ortofrutticoli e cereali sono quelli maggiormente in crescita (+8,2% a 162 milioni di euro) dopo i i formaggi, star delle esportazioni con 2.657 milioni di valore e una progressione in un anno dell’11,5%.

Per la prima volta, come sottolineato dal direttore generale Ismea Maria Chiara Zaganelli, il rapporto ha anche offerto i numeri occupazionali della Dop Economy che conta 296 Consorzi di tutela autorizzati dal Ministero dell’agricoltura e oltre 195.00 imprese delle filiere cibo e vino. Sono 890 mila i contratti di lavoro che complessivamente girano attorno a questo settore, tra la fase agricola e la fase di trasformazione. “Si tratta di una prima elaborazione resa possibile incrociando diverse banche dati anche fuori dall’istituto – ha osservato Zaganelli – che fa apprezzare come la DOP economy non sviluppi soltanto un valore economico ma anche, grazie al forte legame con il territorio, un valore sociale”.

Andando a vedere l’impatto economico territoriale delle filiere del cibo Dop e Igp nel 2022, il rapporto rileva, per il secondo anno consecutivo, una crescita del valore per 18 regioni su 20. Il Veneto svetta ancora con 4.836 milioni di valore, seguito da Emilia Romagna (3.969) e Lombardia (2.494), la regione cresciuta di più in un anno (+15%). Fra le prime venti province per valore, tredici appartengono al Nord Est. Treviso è prima con 2.185 milioni, seguita da Parma (1.674 milioni) e Verona (1.468 milioni).

Tra l’ortofrutta solo mele Alto Adige e Val Di Non nella top 15

Dal rapporto emerge inoltre che negli ultimi due anni gli italiani hanno speso mediamente di più per gli acquisti alimentari domestici e ciò vale anche per il cibo e vino Dop e Igp. Le vendite dei principali prodotti IG a a peso fisso e variabile nella Gdo hanno oltrepassato nel 2022 i 5,4 miliardi di euro (+3% su base annua), con una dinamica più sostenuta per il cibo (+5,6%) rispetto al vino (-2,5%) che risente della ripresa del “fuori casa”. I dati relativi ai primi nove mesi del 2023 indicano un ulteriore balzo in avanti del 10% della spesa alimentare nella Gdo, a fronte di un incremento lievemente più contenuto per gli acquisti di prodotti a marchio Dop e Igp (+8%). Il valore al consumo del comparto ortofrutta e cereali raggiunge nel 2022 quota 1.122 milioni, con una crescita del 14,5% rispetto ai 979 milioni del 2021. Tra i primi 15 prodotti Dop Igp per valore alla produzione troviamo ancora una volta la Mela Alto Adige Igp, pur passata dai 116 milioni di euro di valore alla produzione del 2021 agli 80 milioni del 2022 (-31,5%). Nel valore al consumo è un’altra mela a distinguersi, quella Mela Val di Non Dop che tocca nel 2022 quota 227 milioni di euro, comunque in calo (-6,7%) rispetto ai 244 del 2021.

Boom dell’Aglio Polesano, bene anche la Melannurca Campana

Boom invece di valore, segnalato dal direttore di Fondazione Qualivita Mauro Rosati, per un prodotto di nicchia quale l’Aglio polesano Dop che arriva a 3 milioni di fatturato. Ma sugli scudi anche la Melannurca Campana Igp, passata dagli 8,4 milioni di valore al consumo del 2021 ai 24 milioni del 2022 (+179,2%).

Per il ministro Lollobrigida, “Bisogna lavorare ancora per migliorare la protezione dei nostri marchi e delle nostre produzioni, in nome delle nostre imprese ma anche del consumatore finale che deve essere certo di comprare quella sicurezza, benessere e rispetto dei lavoratori e ambiente che si compra quando si acquista un prodotto davvero italiano”. Sulle azioni da mettere in campo per promuovere meglio Dop e Igp, il ministro ha osservato che “ne abbiamo tante in mente in mente e qualcosa già in campo. Lavoreremo con Fondazione Qualivita, Ismea e altri partner per cercare tutte le strade per evidenziare gli elementi che possono mettere la qualità in evidenza come nostro punto di forza, perché l’Italia non è una nazione di quantità ma di qualità”.

 

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