LA COLDIRETTI LANCIA UN SILURO ROSÉ CONTRO CONSERVE ITALIA

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Non s’arresta ma cresce di tono la polemica di Coldiretti contro la cooperazione ‘bianca’. E mira in alto, contro il gruppo cooperativo Conserve Italia al cui vertice siede Maurizio Gardini – oggi pure presidente nazionale di Confcooperative – e nel cui consiglio c’è Davide Vernocchi, presidente Apo Conerpo e Fedagri-Confcooperative, insomma i numeri uno dell’agroalimentare e dell’ortofrutta di matrice ‘bianca’, entrambi romagnolissimi ed entrambi di (lontana) militanza Coldiretti.

In una nota (leggi news) la confederazione guidata da Roberto Moncalvo parla di un vero e proprio “oltraggio agli agricoltori” in merito alla decisione di Conserve Italia di festeggiare la notte rosa della Riviera romagnola “con il succo di frutta Yoga Pompelmo Rosé (il pompelmo rosa è originario delle Barbados) che non è prodotto da nessuno dei 14mila associati che negli anni scorsi hanno avuto le pesche sottopagate e che ancora una volta non vengono adeguatamente rappresentati nelle loro produzioni di punta”.

La polemica è virulenta (si parla di comportamenti che provocano “la scomparsa della frutticoltura in Italia dove negli ultimi 30 anni le coltivazioni di pesche e nettarine si sono quasi dimezzate con un calo del 44 per cento”) e apre la strada forse ad una nuova stagione di conflittualità che vedrà in campo la centrale cooperativa UeCoop associata a Coldiretti, che non fa mistero di voler far proseliti proprio nel mondo ‘bianco’. Che dire? La scelta di Conserve Italia di associare un suo prodotto all’evento clou dell’estate romagnola è comprensibile sotto l’aspetto del marketing; certamente però Coldiretti non aspettava altro che si alzasse un’occasione come questa per schiacciare la palla della polemica.

Sicuramente non sarà il pompelmo rosé a dare il colpo di grazia alla peschicoltura romagnola, il cui declino risiede in altre ragioni: di mercato, di concorrenza spagnola e di tante altre occasioni perse. E se come testimonial Conserve Italia avesse usato un succo a base di pesca non sarebbe cambiato nulla per i bilanci dei frutticoltori romagnoli. Perché le logiche dell’industria (e Conserve Italia è tale) non sono le stesse della singola impresa agricola o di una cooperativa di primo grado che magari conferisce a Conserve Italia… Però questo è il clima, tutti contro tutti. E le pesche? Beh, a quelle ci pensa il mercato.


Lorenzo Frassoldati

direttore del Corriere Ortofrutticolo

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