Dopo 5 anni di negoziazioni, per i mirtilli argentini si sono finalmente aperte le porte del mercato cinese. Una grande opportunità per il comparto che per essere colta necessita del sostegno e della collaborazione di tutti gli attori della filiera, come ammonito dal presidente del Comitato locale dei mirtilli Federico Bayá, intervistato dalla testata online Portale Fruticola.
“Accogliamo con favore la notizia; per noi si tratta di un’ottima occasione e, contemporaneamente, di un’enorme prova. In primo luogo dovremmo lavorare insieme per migliorare l’organizzazione logistica. Ma non solo, altrettanto importante è l’immagine che assumerà il prodotto argentino nella mente del consumatore asiatico. Dobbiamo imparare a conoscere i player già presenti sul mercato, ovvero i principali buyer e i maggiori competitor”. Il riferimento è a Perù e Uruguay, da tempo operanti in Cina; il Cile al contrario non è annoverabile tra i diretti concorrenti in quanto le finestre commerciali per i mirtilli non si sovrappongono.
“Un altro grande scoglio – aggiunge Bayá – è dato dai dazi imposti al 30%”. Il lavoro del Comitato nel prossimo futuro sarà dunque concentrato nel cercare di abbassare tale tassazione che, allo stato attuale, rende l’export di mirtilli verso la Cina tanto oneroso da precluderne il trasporto aereo. “In tal senso il gigante asiatico ci pone davanti ad un’ulteriore sfida. Ad oggi il trasporto marittimo sembra l’unica alternativa possibile, per questo motivo si sta investendo molto nel miglioramento delle tecniche di conservazione così che i mirtilli possano giungere a destinazione in ottime condizioni anche dopo ben 35 giorni di transito”.
Chiara Brandi