KIWI, SALVI E RIVOIRA SBARCANO IN GRECIA CON RS FRUIT

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Nella sua “tesi di laurea” ieri all’Università di Ferrara, Marco Salvi ha parlato a lungo dei problemi del kiwi, un prodotto di eccellenza per l’Italia sia per la produzione che per l’export che ha subìto però i contraccolpi di una serie di avversità, per cui  – dopo avere conquistato la leadership in Europa – da alcuni anni la  produzione nazionale è in declino, “siamo arrivati a perdere un terzo della capacità produttiva, le motivazioni sono molteplici e tutte decisive. Prima di tutto quelle naturali, riconducibili alla fitopatia della cosiddetta “moria del kiwi” che colpisce le radici soprattutto quando la temperatura del terreno è troppo elevata o quando non c’è una corretta gestione dell’acqua; si tratta di un fenomeno ancora oggetto di studio e contro il quale non si è trovato un rimedio definitivo”.

Poi – ha sottolineato Marco Salvi – la concorrenza internazionale. Altri paesi come la Grecia “hanno cominciato a piantare actinidia con buoni risultati, raggiungendo i 12 mila ettari di estensione e un potenziale di 400 mila tonnellate di prodotto. E’ così iniziata una competizione a cui, da buoni italiani innovatori, abbiamo reagito segmentando il mercato e introducendo una nuova varietà, il kiwi giallo”.

E a questo proposito si è parlato del progetto Grecia che il Gruppo Salvi assieme alla famiglia Rivoira ha già avviato nella piana attorno a Salonicco, a Naoussa, uno dei quattro territori vocati all’actinidia nella Grecia continentale assieme a Kavala, Arta e Katerini.

La società al 50% fra le famiglie Salvi e Rivoira si chiama RS Fruit, società di diritto greco che ha acquisito dalla famiglia Mezés  un magazzino importante  con 12 mila tons di capacità frigorifera, due linee di lavorazione , al centro di un comprensorio con molte aziende produttrici di Hayward  (almeno una cinquantina) dove già Salvi e Rivoira acquistavano prodotto.

I rapporti commerciali con la famiglia Mezés erano già operativi da almeno due anni  ma la trattativa si è chiusa nell’autunno 2023 e da questo febbraio il prodotto viene lavorato e confezionato dalla nuova società RS Fruit. Il valore complessivo dell’investimento è superiore ai 10 milioni di euro. La Grecia del kiwi è già oggetto di interesse da parte di altri grandi gruppi italiani come Mazzoni di Ferrara e Ceradini di Verona (e altri sono in arrivo).

“Per noi è stata una scelta strategica  – spiega Giuseppe Salvi, che ha seguito da vicino tutta l’operazione per il gruppo ferrarese –  perché la morìa ci sta mettendo in grande difficoltà per la mancanza di prodotto.  Questo investimento vuole salvaguardare il nostro rapporto coi clienti nazionali ed esteri ed il posizionamento  sui mercati. Nessuno può permettersi di dissipare e regalare ai nostri concorrenti  un patrimonio di clientela acquisita in 50 anni di lavoro. E il prodotto verde greco è assolutamente all’altezza del nostro. Investire in Grecia serve anche a garantire i nostri investimenti in Italia”.

La Grecia, che è diventata negli ultimi anni nostro concorrente,  in questo quadro diventa un player e un partner fondamentale. “ La società in Grecia con la famiglia Rivoira – continua Giuseppe Salvi – vuole porre le basi per altri progetti sulle varietà innovative di kiwi giallo e rosso sia nostre che di Rivoira e in prospettiva anche su altri prodotti come ciliegie, pesche-nettarine, albicocche…”.

“Un progetto simpatico e prezioso per le nostre due famiglie, che si conoscono e si rispettano da sempre  – racconta l’altro partner, Marco Rivoira – nato così per caso da una chiacchierata tra me e Marco Salvi. I problemi nel kiwi sono gli stessi: stiamo perdendo forza commerciale e volumi a causa della morìa e tanti mercati sono a rischio.   Vogliamo colmare il gap produttivo  di volumi che stiamo scontando in Italia e con questo investimento vogliamo dare forza e supporto anche ai due gruppi italiani  che continuano a fare grandi investimenti sul territorio nazionale in ricerca, innovazione e nuovi prodotti”.

“Per stare sui mercati internazionali, e anche su quelli europei – conclude Rivoira – bisogna essere aziende multiprodotto, garantire in primo luogo il prodotto, le forniture e i servizi richiesti,  altrimenti i clienti, le catene della Gdo, si rivolgono ad altri e si perdono interi mercati, con danni enormi per le nostre case-madri”.

Lorenzo Frassoldati

l.frassoldati@alice.it

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