KIWI, PRODUZIONE PREVISTA IN CRESCITA (+13%), MA VENDITE FIACCHE IN EUROPA

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Per il kiwi italiano buone prospettive dal punto di vista produttivo: il Cso, Centro servizi ortofrutticoli di Ferrara, ha diffuso di recente le proprie stime per la campagna 2011-2012 dell’actinidia, la cui produzione nazionale dovrebbe aggirarsi attorno alle 499.500 tonnellate, con un incremento del +13% rispetto alla campagna precedente.

La cifra rimane più bassa del 4% rispetto al livello del 2008-2009, ma almeno rispecchia il reale potenziale produttivo del nostro Paese, che negli ultimi tre anni sul kiwi ha invece arrancato (complice anche la terribile batteriosi del kiwi e la crisi economica). Delle 499.500 tonnellate, la produzione commerciale costituirà il 92% (459.000 tonnellate, +12% rispetto al 2010-2011).

L’incremento produttivo, come si legge su Agrinotizie, è una naturale conseguenza dell’aumento di superfici coltivate a kiwi, che ammonta al +1% a livello nazionale, con punte in Veneto (+4%), Lazio (+3%) ed Emilia Romagna (+2%). In flessione è invece il Piemonte, per la prima volta nella storia (-2%). Anche le rese medie per ettaro rispecchiano felicemente quelle dei tempi d’oro, soprattutto in Emilia Romagna e Piemonte, mentre sono calate quelle del Veneto a causa del profondo calo di superfici coltivate a kiwi nel veronese (-12%).

Seppure i dati di vendita siano positivi, va però ricordato che lo svolgimento della campagna in corso non è del tutto facile. Le spedizioni, infatti, per ora si sono quasi tutte concentrate oltreoceano, mentre il mercato europeo del kiwi italiano sta tardando a partire a causa della forte concorrenza del kiwi neozelandese, che ha prolungato la sua presenza oltre alla tradizionale conclusione di fine novembre. C’è inoltre il problema del kiwi greco, che conserva prezzi più competitivi rispetto al prodotto nostrano. Il mercato non è dunque ancora stabile, ma per i dati definitivi si attende l’imminente decollo della domanda di kiwi italiano.

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