KIWI, PATTO IN CALABRIA TRA OP NATURA E GREENYARD PER DUE NUOVE VARIETÀ GIALLE

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Innovarsi, per rimanere competitivi sul mercato mondiale del kiwi, ampliando e differenziando l’offerta. Con questo obiettivo la Op Natura di Polistena (Reggio Calabria) ha stretto un accordo con la multinazionale Greenyard, che detiene due nuove varietà di actinidia: hfy01 e hfy03, entrambe versioni gialle della già nota e apprezzata Hayard.
L’annuncio è stato dato ai soci durante il convegno “Prospettive e opportunità di ulteriore sviluppo del territorio” svoltosi ieri, 28 settembre, presso lo stabilimento di lavorazione di San Ferdinando (Reggio Calabria), sede operativa della Op Natura, durante il quale, appunto, è stata presentata la nuova varietà di kiwi gold nelle due varianti.
Il pensiero degli organizzatori e del gruppo dirigente della Coop Natura va ovviamente alla Piana di Gioia Tauro dove il kiwi occupa una superficie interessante contribuendo insieme alla Piana di Sibari e a quella di Lamezia, oltre che l’areale di Vibo Valentia, alla posizione di rilievo che la Calabria ha assunto nel panorama nazionale della produzione del kiwi. Oggi la Calabria, infatti, vanta circa 3.500 ettari di coltivazione di kiwi di cui il 66% a polpa verde (2310 ettari), il 32% a polpa gialla (1.120 ettari) ed un 3% a polpa rossa (105 ettari), classificandosi al terzo posto in Italia per superfici investite dopo Lazio ed Emilia Romagna.
“L’accordo con Greenyard permette di dare una risposta ai nostri tanti associati a cui, per i nuovi investimenti, servono varietà idonee al territorio calabrese e capaci di generare reddito paragonabile alle altre cultivar presenti nei club emiliani” ha detto Vincenzo Giuseppe Filardo, presidente della Op Natura.
Proprio la Calabria, che negli ultimi anni sul fronte del kiwi è cresciuta con un trend da primato (previsto un +15 % nel solo 2023), rappresenta un caso di studio perchè in controtendenza rispetto all’andamento della coltura a livello nazionale dove si manifesta un evidente calo di superfici impegnate.
Sul fronte della produzione commercializzabile anche la Calabria, cosí come le altre regioni italiane, risente degli effetti nefasti del “cancro batterico dell’actinidia” noto anche come Psa, determinato dall’azione del batterio Pseudomonas syringae pv. actinidia e della cosiddetta “moria del kiwi” o Kiwifruit Vine Decline Syndrome (KVDS) che falcidia gli impianti dal 2020. Ma non sono da sottovalutare poi, anche i cambiamenti climatici. Quest’anno, ad esempio, nella Piana di Gioia Tauro è previsto un calo di produzione consistente proprio a causa dell’andamento climatico anomalo registrato nel periodo della fioritura e dell’allegagione dei frutti. Colpa delle piogge abbondanti e prolungate dei mesi di maggio e giugno connesse a temperature al di sotto delle medie stagionali; situazione che è stata preceduta da un mese di marzo con temperature al di sopra delle medie e di accentuata siccità.
Angela Sciortino

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