KIWI, L’AZIENDA TRE CASTELLI SCOMMETTE SUL BIO: “UNICA STRADA PERCORRIBILE”

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Convertire tutta la propria produzione a coltivazione biologica: è questo l’obiettivo a breve termine che si è imposta l’azienda Tre Castelli di Bussolengo (Verona), specializzata nella produzione e commercializzazione di kiwi. Il passaggio graduale ma costante verso il bio è iniziato nei primi anni Duemila. Oggi il 70% dei volumi coltivati è biologico, mentre il restante 30% è in conversione. Entro alcuni anni tutta la frutta prodotta e commercializzata sarà bio.

La ditta, che ha un proprio stand a Veronamercato e la cui attività è partita negli anni Novanta con la produzione di pesche e mele per poi dedicarsi esclusivamente all’actinidia, ha a dimora quasi trenta ettari tra impianti “storici” e nuovi innesti per una produzione con volumi limitati – circa 5-6 mila quintali – ma che punta sull’alta qualità e salubrità.

kiwi tre castelliL’80% della produzione biologica è rivolta all’estero, in particolare alle catene della grande distribuzione nordeuropea: dalla Germania, alla Francia, “il Paese più sensibile riguardo alle produzioni organiche”, sottolinea Roberto Righetti, titolare dell’impresa di Bussolengo, che era presente nello spazio allestito da Veronamercato all’ultima edizione di Fruit Logistica. “Fuori dai confini nazionali e in particolar modo nel Nord Europa l’attenzione al biologico rimane elevata. Da noi invece non c’è ancora grande sensibilità, a partire proprio da Verona”, ammette con rammarico Righetti. “Ma serve insistere. Noi crediamo nel bio. È la strada giusta da seguire. Il consumatore vede il prodotto, lo assaggia e solo se è buono ritorna. Serve aumentare l’educazione del consumatore verso le produzioni organiche. Le catene distributive iniziano ad essere più attente con angoli dedicati al settore. Ma nel comparto ortofrutticolo c’è da fare ancora molta strada. Nel convenzionale ormai è un far west (di prezzi, ma anche di trattamenti, tra ormoni di crescita e raccolte anticipate di kiwi). Serve fare un passo indietro e tornare a pensare al gusto e alla bontà dei frutti”. (e.z.)

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