KIWI: IN VENETO 75% DEI NUOVI IMPIANTI POSITIVI ALLA BATTERIOSI

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L´Italia mantiene sempre saldo il primato mondiale nella produzione di kiwi. Buona la raccolta nel Veronese (seconda provincia per quantità coltivata dopo Latina), dove i produttori in oltre 2.000 ettari hanno raccolto circa 550mila tonnellate del frutto, il 10% della produzione nazionale, per un valore di 45milioni, e un giro d´affari di 225 milioni considerando anche l´indotto.

C´è preoccupazione però per il rischio batteriosi, malattia che aggredisce le piante e obbliga all´espianto, con ingenti danni per i coltivatori.

Il Servizio fitosanitario della Regione Veneto ha controllato 328 ettari, circa il 10% della superficie regionale coltivata a kiwi e il 75% degli impianti piantati nel 2011 è risultato positivo al batterio. Su 175 campioni analizzati, 152 sono risultati positivi e su 95 piante prelevate e analizzate, 67 sono risultate colpite dal batterio. È importante anche l´analisi effettuata su 57 campioni asintomatici dei quali 42 sono risultati negativi, ma il 26% è tuttavia positivo senza dare segni esteriori e visibili.

"La malattia ha una capacità di diffusione molto rapida e per i batteri, al momento, non esiste una cura", ha detto Filippo Moroni responsabile del servizio Economico della Coldiretti di Verona. "L´unica cosa da fare è la prevenzione, specie nelle stagioni più a rischio come la primavera e l´autunno. Occorre, inoltre, continuare a fare opera d´informazione tra gli agricoltori per tenere basso il propagarsi della batteriosi, effettuare il monitoraggio continuo nei frutteti ed estirpare le piante malate o con sintomi. Resta aperto il problema del blocco degli impianti", ha precisato Moroni, "cioè il divieto di mettere a dimora nuovi impianti senza l´assoluta sicurezza sanitaria, a oggi in vigore solo in Piemonte".

Inoltre, per garantire la qualità del prodotto, ricorda la Coldiretti, occorre non anticipare la raccolta. Il frutto verde, infatti, se staccato prima del tempo rischia di essere un boomerang negativo per i produttori. È fondamentale, pertanto, che gli agricoltori seguano quanto stabilito dal decalogo dell´Accordo interprofessionale del kiwi italiano che stabilisce che non si può mettere sul mercato frutta con un grado zuccherino inferiore a 6,2 gradi brix alla raccolta, e a 11 gradi brix al consumo. La raccolta, inoltre, non può iniziare prima del 10 ottobre e la commercializzazione non prima del 15, quando si spedisce all´estero. Il limite diventa il 15 novembre per la vendita in Italia. A carico dei trasgressori sono previste multe. (fonte: L’Arena)

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