KIWI, IN TRENTINO LA PRODUZIONE TORNA A CRESCERE

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In Trentino è iniziato in questi giorni il raccolto del kiwi (frutto portato nella regione una trentina di anni fa), ma con qualche difficoltà perché i frutti non dovrebbero essere bagnati per essere messi nelle celle frigo, specie nel Basso Trentino.

 

Dal Trentino partivano fin dagli anni Settanta la maggior quantità di piante provenienti dai vivai di un intraprendente giovane valsuganotto. Si tratta dell’azienda Zorzi, a Barco di Levico. diretta da un piccolo genio con la mano magica nell’innesto e il genio della ricerca, che era arrivato ad assumere fino a una quarantina di dipendenti e portava le piante in tutta Italia oltre che all’estero. Quando lui ha smesso è subentrato Vittorio Brugna a Mattarello che prosegue nella produzione delle piante.

La produzione massima in Trentino si è raggiunta agli inizi degli anni 2000 quando aveva sfiorato i 25 mila quintali. Lo scorso anno è stata poco più della metà, fermandosi sotto i 15 mila, sia per gli estirpamenti avvenuti che per colpa del freddo primaverile. Ma c’è anche un problema d’invecchiamento degli impianti che hanno in larga parte oltre trent’anni.

"Quest’anno", dice un produttore storico di questo frutto, Saverio Tovazzi, che ha fatto i primi impianti in quel di Volano nella seconda metà degli anni Settanta, "la produzione è molto bella e abbondante sia nell’appezzamento di Volano che a Lizzana". Qualche problema potranno averlo quei produttori che durante la siccità della scorsa estate non avevano una sufficiente quantità d’acqua per l’irrigazione, essendo questa una pianta molto esigente che assorbe una quantità d’acqua eccezionale. Ma la produzione dovrebbe essere maggiore dello scorso anno.

Le zone tipiche di produzione sono la Vallagarina, l’Alto Garda, ma impianti si trovano anche a Mattarello, dove l’azienda Brugna è ora nelle mani del nipote che ne continua l’attività. Anche in Valsugana è rimasto qualche appezzamento. Certo, la produzione trentina è molto piccola in rapporto a quella nazionale che, pur in presenza di una malattia che in altre regioni ha dato grosse preoccupazioni ai produttori ed ha creato molti danni, particolarmente in provincia di Latina. In Trentino per fortuna, salvo due piccoli focolai all’inizio dell’anno, subito estirpati, non si sono avuti problemi. (fonte: Trentino Corriere Alpi)

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