KIWI BIO, CRESCE L’ATTENZIONE A SOSTENIBILITÀ E TRACCIABILITÀ. LA VISITA IN CAMPO

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Si è svolta presso l’Azienda agricola Fratelli Balzani a Bertinoro, nel cuore produttivo della regione Emilia Romagna, l’incontro dedicato alla filiera del kiwi biologico. 

L’evento, che ha coinvolto stampa e influencer, è stato l’occasione per immergersi in una produzione d’eccellenza che vede l’Italia leader europeo e al terzo posto tra i produttori a livello mondiale, dietro a Cina e Nuova Zelanda.


L’Emilia Romagna, con un contributo del 15% alla produzione nazionale, è tra le Regioni protagoniste accanto a Lazio e Piemonte, che hanno rispettivamente un peso del 33% e del 15% (dati Cso Italy).
Oggi, il kiwi verde è la varietà più richiesta sul mercato italiano, rappresentando il 96% dei volumi, mentre il giallo copre il restante 4%. Il kiwi biologico costituisce il 7% degli acquisti di kiwi freschi per consumo familiare, dimostrando una crescente attenzione verso prodotti più sostenibili e tracciabili. 

La visita in campo è stata organizzata nell’ambito di It’s Bio, il progetto europeo promosso da AOP Gruppo Vi.Va., che riunisce 12 organizzazioni di produttori italiani, e punta a sensibilizzare i consumatori di Italia, Belgio e Grecia rispetto ai vantaggi dell’agricoltura biologica.
L’eccellenza della produzione nostrana deve essere mostrata e comunicata, perché la certificazione bio ad oggi è il vero e solo sinonimo di sostenibilità attendibile e reale. Parlare di metodo bio significa parlare di agroecologia per eccellenza e, di conseguenza, è la giusta risposta alla richiesta di prodotti sostenibili e tracciabili, avanzata soprattutto dalle giovani generazioni, che mettono queste due caratteristiche al primo posto tra i driver di acquisto”, ha dichiarato Paolo Pari, direttore marketing di Canova srl, una filiale della Op Apofruit. 
Pari ha poi aggiunto: “Il messaggio deve essere divulgato anche attraverso il volto di produttori attenti e preparati come Valerio Balzani, che ha saputo adeguare la produzione della sua azienda, fondata negli anni cinquanta dal nonno e inizialmente a prevalenza peschicola, rispondendo alle esigenze del mercato e di fattibilità in campo. Oggi conta tre impianti di kiwi hayward biologici per un totale di 4 ettari in produzione ed è uno dei pochi a non avere risentito l’eccessiva canicola estiva e a poter così parlare di buona resa produttiva”.
Il punto sulla campagna 2024-2025 per il kiwi biologico, infatti, non può dirsi altrettanto “fortunato” poiché la produzione ha risentito delle elevate temperature e della mancanza di pioggia nei mesi estivi: “Il forte caldo ha pesato sull’allegagione dei frutti determinando una significativa riduzione delle quantità – ha spiegato Pari -. La produzione romagnola di kiwi biologico sarà quindi ridotta. Buona invece la qualità del prodotto che non ha rilevato particolari criticità. Sul piano commerciale siamo ancora agli inizi, è prevedibile che la mancanza di volumi avrà effetti sulla dinamica dell’offerta ma i giochi inizieranno a fine novembre, solo dopo il fisiologico periodo di riposo del kiwi post stacco. Certo è invece il nostro obiettivo, che è e rimane quello di garantire il giusto riconoscimento al lavoro dei produttori ”.

Chiara Brandi

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