Si prospetta quest’anno una buona raccolta per il kiwi nel Veronese sia per la qualità che per la richiesta del mercato. Fondamentale, però, non anticipare la raccolta per non danneggiare i prodotti. Il frutto verde, infatti, se staccato prima del tempo rischia di essere un boomerang negativo per i produttori sia per una questione di credibilità che di reddito.
"Per far aumentare la propensione al consumo di frutta, l’elemento su cui fare leva è la qualità dell’offerta – dice Damiano Berzacola (nella foto), presidente di Coldiretti Verona – pertanto è un grave errore anticipare la raccolta dei kiwi e immettere sul mercato italiano e straniero prodotti senza i necessari requisiti qualitativi. La raccolta e la commercializzazione precoce dei frutti rischiano di causare disaffezione da parte dei consumatori verso queste produzioni e offuscare l’immagine di tanti produttori che operano correttamente. E’ fondamentale, pertanto, che gli agricoltori seguano quanto stabilito dal decalogo dell’Accordo interprofessionale del kiwi italiano".
Il decalogo, sulla base di un regolamento comunitario, stabilisce che non si può mettere sul mercato frutta con un grado zuccherino inferiore a 6,2 gradi brix alla raccolta, e a 11 gradi brix al consumo. La raccolta, inoltre, non può iniziare prima del 10 ottobre e la commercializzazione non prima del 15, quando si spedisce all’estero. Il limite diventa il 15 novembre per la vendita in Italia. Il calibro minimo, infine, è 65 millimetri. A carico dei trasgressori sono previste sanzioni pecuniarie.
“Quest’anno – aggiunge Pietro Piccioni, direttore di Coldiretti Verona – si prospetta una significativa annata per i kiwi con una positiva richiesta da parte del mercato e buona qualità del prodotto. La raccolta anticipata determina, perciò, anche una perdita di reddito per i coltivatori perché il frutto aumenta di peso di un 15-20% proprio nelle ultime settimane di maturazione. Inoltre è sempre importante mantenere alti gli standard qualitativi della frutta italiana anche a fronte della concorrenza straniera soprattutto quella neozelandese. Invitiamo gli organismi di controllo a vigilare per tutelare i produttori che rispettano le regole (Agecontrol, ICQRF, Ispettorato centrale qualità repressione frodi)".
Il kiwi è una voce importante per l’economia agricola poiché, al pari della ciliegia, registra un aumento costante di consumi diversamente da altri tipi di frutta e dalla crisi in corso. Nella provincia di Verona si raccolgono in media 550 mila quintali di frutti che rappresentano il 9% della produzione nazionale. Il 70% del kiwi italiano è esportato in 80 Paesi.