IV GAMMA, MONTAGNA (UIF): “NORMATIVE DA RIVEDERE. TAVOLO MINISTERIALE IN OTTOBRE”

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“Una nuova normativa sulla IV Gamma. È quello che serve per fare ripartire il settore”.

Così Andrea Montagna, presidente di UIF IV Gamma, Unione Italiana Food, nonché CEO di Bonduelle, commenta il segnale d’allarme lanciato la scorsa settimana da Confagricoltura che denunciava importanti riduzioni delle vendite con il 30% delle famiglie che ha diminuito gli acquisti di IV Gamma e, cosa ancor più grave, una perdita di penetrazione del mercato del 10%.
Tanti sarebbero infatti i consumatori che in questo giro di boa pandemico, avrebbero abbandonato definitivamente gli acquisti delle insalate in busta.

– Presidente Montagna, stupisce che la denuncia di Confagricoltura non sia stata fatta congiuntamente con UIF. Il comparto produttivo non è poi così grande in Italia con un migliaio di aziende produttrici e un centinaio di trasformatori.
“Ognuno deve fare il suo mestiere. Noi di UIF rappresentiamo il mondo dell’industria e quindi della trasformazione”.

– Ma il mondo dell’industria è legato a doppio filo a quello della produzione in campo. Insomma, la barca è la stessa.
“Noi come UIF, con le nostre aziende associate, abbiamo portato avanti un lavoro anti-crisi congiunto con UNAPROA e per suo tramite abbiamo mantenuto un dialogo costante con la parte agricola”.

Anche perché i vertici di UNAPROA guidano le due OP, “Oasi” e “Sole e Rugiada”, che riforniscono rispettivamente Bonduelle, primo associato UIF, e La Linea Verde, secondo, che da soli fanno il 70% del fatturato del mercato italiano. Mentre la rappresentatività di Confragricoltura riguarda il 60% del totale delle aziende produttrici. In ogni caso, presidente Montagna, come commenta i dati di crisi lanciati da Confagricoltura? Li avete condivisi?
“Noi ci basiamo sui dati di Nielsen che fotografano la situazione di mercato nel canale retail. I cali delle vendite sono purtroppo una realtà grave ma stiamo anche registrando delle timide riprese in queste ultime settimane. Dopo il -20% della fase acuta della pandemia siamo passati al -16% di luglio e al -10% di agosto. Mentre dopo il 23 agosto la riduzione degli acquisti si è assestata al -4,6%”.

– Il canale retail è fuor di dubbio il principale distributore di IV Gamma ma se consideriamo anche l’export e il Food service, le perdite del settore sono maggiori. Corretto?
“Certo. Direi che complessivamente possiamo considerare la perdita del food service tra il 25 e il 30% perché il dato varia in base alle catene della ristorazione, ad esempio, o ai bar che registrano, purtroppo maggiori difficoltà. Considerati questi canali, la perdita del settore causata dal Covid può essere stimata intorno ad una media generale del 20%”.

– In che modo UIF, che fa del dialogo con la politica una delle sue principali mission, intende far fronte a questa crisi di settore?
“Il dialogo con la politica sarà soprattutto finalizzato a rivedere la normativa di IV Gamma. L’obiettivo è quello di convocare, entro ottobre, un tavolo di lavoro ministeriale, presso il dicastero dell’Agricoltura, al quale invitare tutti gli attori, incluso il mondo della distribuzione, per studiare una normativa che faccia un passo avanti sul fronte della food safety e anche per migliorare la catena del freddo, riducendo quindi gli sprechi”.

– In che modo?
“Ad esempio abbassando la temperatura di conservazione che oggi la legge attuale fissa ad 8°, di modo da poter garantire una maggiore shelf-life, un fattore che è stato tra le principali discriminanti di fronte alla domanda altalenante dei mesi scorsi”.

– Quali prospettive prevede per il settore? Come cambierà lo scacchiere dopo la batosta Covid?
“Sinceramente non prevedo grandi cambiamenti. Ne ho conferma non solo dal confronto con gli associati UIF, ma anche dai miei contatti diretti con il mercato. Certo bisogna intervenire”.

– Se questa crisi, definita strutturale dagli operatori, dovesse portare a riconversioni produttive e quindi ad una riduzione delle fonti di approvvigionamento per l’industria, potrete considerare la possibilità di trovare nuovi fornitori, magari anche all’estero?
“Lo escludo perché in ogni caso l’offerta di materia prima in Italia è comunque superiore alla domanda”.

– In che misura?
“Non glielo dico”.

– Perché?
“Non ho questo dato”.

Mariangela Latella

(fonte: Freshcutnews.it)

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