IN ITALIA LE 5 PORZIONI AL GIORNO DI ORTOFRUTTA SONO ANCORA UN MIRAGGIO

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In Italia, nel biennio 2020-2021, poco più della metà delle persone di 18-69 anni (52%) riferisce di consumare 1-2 porzioni di frutta o verdura al giorno, il 38% consuma 3-4 porzioni, mentre meno dell’8% ne consuma la quantità raccomandata dalle linee guida per una corretta alimentazione, ovvero 5 porzioni al giorno (five a day). Una piccola quota di persone (2%), dichiara di non consumare né frutta né verdura.
I dati sono stati diffusi dall’Istituto superiore della Sanità.
Consumare almeno 5 porzioni di frutta e verdura al giorno, come raccomandato, è un’abitudine che cresce con l’avanzare dell’età, è più frequente fra le donne, tra le persone senza difficoltà economiche e tra le persone più istruite, ma resta un’abitudine che coinvolge poche persone, mai oltre il 10% neppure nei gruppi che ne fanno un maggior consumo.

Il gradiente geografico è chiaro e mostra un’adesione al five a day significativamente più bassa nelle Regioni nel Centro-Sud rispetto a quelle del Nord Italia, ad eccezione della Sardegna in cui il consumo di 5 porzioni al giorno è fra i più alti (18%).

Già relativamente bassa la quota di persone che aderisce al five a day è anche in diminuzione nel tempo soprattutto negli ultimi anni e ovunque nel Paese; solo nelle Regioni del Centro Italia si era intravisto un aumento significativo nei primi anni del periodo di osservazione.

Se l’adesione al five a day resta un’abitudine di pochi, quasi la metà della popolazione consuma almeno 3 porzioni di frutta o verdura al giorno (46%); le caratteristiche di chi ha comunque questa buona abitudine restano significativamente associate al genere femminile, all’età, al vantaggio socio-economico, per risorse finanziarie, livello di istruzione e alla residenza nelle Regioni del Centro-Nord del Paese.

L’impatto dela pandemia

La pandemia di COVID-19 non è priva di conseguenze sui fenomeni indagati dalle sorveglianze PASSI e PASSI d’Argento. Per questa ragione, quest’anno, si è scelto di fornire un aggiornamento al biennio 2020-2021 e non di quadriennio, come invece è stato fatto in passato. In questo modo, per ogni indicatore di ciascuna tematica si disporrà di analisi relative al periodo pre-pandemico, depurate da impatto pandemia (la più recente disponibile resterà riferita al quadriennio 2016-2019) e di una fotografia in piena pandemia, relativa al solo biennio 2020-21.

I dati relativi ai cambiamenti temporali, fino al periodo pandemico, potranno essere letti, come sempre, attraverso i dati di bienni mobili.

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