ISMEA: AD APRILE PREZZI IN CADUTA LIBERA, CROLLANO GLI ORTAGGI (-32,3%)

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Indietro tutta ad aprile per i prezzi agricoli, che cedono il 6,2% su base mensile. Le coltivazioni perdono rispetto a marzo l’11,6%, mentre limitano i ribassi a un meno 1,2% le produzioni zootecniche. Lo rileva l’Ismea sulla base dell’indice dei prezzi all’origine dei prodotti agricoli, che si è attestato il mese scorso a 135, da 143,9 di marzo (base 2000=100).

Un livello che resta comunque superiore del 7,8% al dato di aprile 2012. Tra le coltivazioni arretrano tutti i comparti produttivi, ad eccezione dei cereali, che spuntano un più 1,3% in un mese, e delle sementi e colture industriali, stazionarie rispetto a marzo. Particolarmente rilevante il calo degli ortaggi (-32,3%) a seguito dei ribassi delle ortive in serra, penalizzate dall’aumento delle disponibilità e dalla caduta dei listini delle varietà invernali, giunte ormai a fine ciclo produttivo e divenute meno attrattive per i consumatori.

Per la frutta Ismea rileva ad aprile un calo dei prezzi all’origine del 7,8%, riconducibile soprattutto al comparto agrumicolo e al cambio stagionale del paniere monitorato dall’Istituto.

Modeste flessioni, per il secondo mese consecutivo, interessano gli oli di oliva ( -0,7%), dopo un avvio di 2013 decisamente favorevole. Anche il vino segna il passo ad aprile, con un meno 0,8% giunto dopo una serie ininterrotta di rialzi dall’inizio della campagna 2011/2012. Nonostante i ribassi mensili, per le colture vegetali il confronto annuo conferma un andamento positivo (+12,5%), con rincari particolarmente evidenti per oli di oliva (+37,6%), vini (+25,4%) e frutta (+24,3%). Prezzi più alti rispetto ad aprile 2012 anche per cereali (+7,2%), sementi e colture industriali (+9,1%) e ortaggi in generale (+0,7%). Passando al comparto zootecnico, Ismea rileva incrementi mensili solo per i lattiero-caseari (+0,4%) e gli avicoli (+2,3%). Flettono del 7,7% sia le quotazioni degli ovicaprini sia quelle dei suini, con questi ultimi influenzati dai ribassi dei capi da macello imputabili a un rallentamento della domanda. Cali più contenuti interessano uova (-3,8%), bovini (-0,4%) e conigli (-0,5%). La dinamica tendenziale rivela una variazione positiva del 2,5% per l’intero aggregato zootecnico, con rincari per avicoli (+17%), latte e derivati (+1,7%), bovini (+4,2%) e conigli (+11%). Negativo su base annua l’andamento dei prezzi per suini (-1,4%), ovi caprini (-11,4%) e uova (-6,5%).

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