INTERPOMA, PARTENZA SPRINT: ECCO LE SFIDE CRUCIALI DEL PIANETA MELA

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Una rassegna ben organizzata e “sul pezzo”, che ha nell’espressione corale di filiera e nella capacità di affrontare approfonditamente i temi del momento i punti di forza: Interpoma si conferma efficace punto di riferimento per il distretto delle mele dell’Alto Adige e del Trentino e per il comparto più in generale, con una proposta che coniuga innovazione e tradizione, caratterizzata da numerosi stand in rappresentanza di tutta la supply chain posizionati in modo (fin troppo) fitto nei padiglioni e una convegnistica di livello. Fin dalle prime ore di oggi, per la giornata inaugurale la fiera di Bolzano è stata presa d’assalto da visitatori provenienti dall’Italia e dall’estero.

Temi cardine di questa 12esima edizione sono le dinamiche del settore melicolo negli Stati Uniti, la raccolta robotizzata e l’uso sostenibile delle risorse nella produzione, ormai fondamentale anche alla luce degli impetuosi cambiamenti climatici che oltre a innalzare le temperature rendono l’acqua sempre più preziosa e rara.

A proposito di robot, grande curiosità sta raccogliendo la dimostrazione della raccolta automatizzata effettuata dai droni della startup Tevel. Poco più in là, sempre all’aperto, l’esposizione di 55 varietà esclusive di mele provenienti dai principali Paesi produttori di tutto il mondo in un “garden” che ospita frutti dalla Nuova Zelanda agli USA, passando attraverso la Francia e l’Italia.

Negli stand non mancano ovviamente i grandi nomi regionali, da Melinda a La Trentina, da VIP a VOG, i big dei trasformati, delle mele club e in generale della produzione e commercio del Nord Italia.

La prima giornata dell’Interpoma Congress, presieduta da Gerhard Dichgans, ha puntato i riflettori sui trend di settore negli States in parte comuni a quelli europei ed italiani. In una sala gremita sono intervenuti Tim Welsh della Columbia Fruit Packers, Susan Brown della Horticulture and Plant Breeding Sections Cornell AgriTech, Tom Barnes di Category Partners, LLC e Stefano Musacchi della Washington State University: i quattro relatori hanno portato il punto di vista dell’agricoltore, del selezionatore di varietà, del commerciante e del ricercatore e consulente.

Dichgans,nel suo intervento di apertura, ha parlato di ascesa e declino della Red Delicious: “Fino a 20 anni fa gli USA erano considerati il faro della produzione melicola mondiale con la famosa Red Delicious a simboleggiare la leadership, una vera e propria icona”, spiega il manager a Corriere Ortofrutticolo.

“Questa cultivar però è stata oggetto di un tracollo drammatico, passando da una quota di mercato del 75% a meno del 15% nello Stato di Washington. E’ per certi versi l’emblema dei rapidi cambiamenti che stanno interessando il comparto, cambiamenti che vanno cavalcati e non subiti per restare competitivi in un mercato mondiale nel quale i consumi di mele stanno gradualmente calando e i consumatori hanno aspettative sempre più elevate”.

“La sfida del futuro – aggiunge Dicghans (nella foto a fianco) – è quella del breeding for climate change, per garantire quella sostenibilità economica diventata complessa anche in questo settore”.

Le nuove varietà prendono il posto di quelle obsolete e avanzano impetuose: sono tante, per alcuni troppe. Ma le formule club, i brand, consentono di distinguere e regalare spazi nelle catene distributive dove la mela (e a Interpoma si capisce perché) ha un passo diverso rispetto a quasi tutte le altre referenze ortofrutticole.

Mirko Aldinucci
m.aldinucci@corriere.ducawebdesign.it

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