INFILTRAZIONI MAFIOSE IN TRENTINO, PERQUISIZIONI A SANT’ORSOLA. L’AZIENDA: “ESTRANEI AI FATTI”

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Infiltrazioni di Cosa Nostra in Trentino “attraverso riciclaggio di beni, terreni e fornitura di merce da parte della criminalità organizzata di stampo mafioso siciliana”. La Guardia di Finanza di Trento sta indagando a tutto campo, in particolare nel settore agroalimentare, su come la criminalità organizzata sta operando nel territorio trentino. A tal punto che il nucleo di polizia economica e finanziaria delle Fiamme Gialle ieri mattina ha eseguito un blitz nel quartier generale di Sant’Orsola a Pergine Valsugana (Trento), una potenza nel settore dei piccoli frutti, e al gruppo Mezzacorona, specializzato nel settore vitivinicolo. L’operazione ha riguardato anche alcune società presenti in Sicilia. Le forze dell’ordine hanno perquisito le sedi delle due aziende, che hanno ricevuto la “visita” come un fulmine a ciel sereno e si sono subito dichiarate completamente estranee ai fatti, inconsapevoli delle infiltrazioni della malavita organizzata.

L’inizio dell’infiltrazione nelle società trentine risale al 2001 e continua a tutt’oggi – sostengono attraverso una nota congiunta la Procura Distrettuale della Repubblica presso il Tribunale Ordinario di Trento e del Comando Provinciale della Guardia di Finanza di Trento. “La Procura della Repubblica e la Guardia di Finanza di Trento stanno compiendo indagini per accertare i responsabili del riciclaggio, il loro coinvolgimento eventuale in associazioni per delinquere di stampo mafioso, a tutela degli imprenditori trentini virtuosi che, inconsapevoli dell’infiltrazione predetta, operano nell’ambito della produzione di vino (oltre 1.500 soci conferitori di uve che lavorano su oltre 2.500 ettari di vigneto) e di piccoli frutti”. Le attività che gli inquirenti stanno portando avanti rientrano in un fascicolo, allo stato, contro ignoti.

Sant’Orsola e Mezzacorona: “Estranei ai fatti”

Immediate le reazioni alla vicenda su cui le due aziende si sono subito attivate per precisare la loro posizione.

Silvio Bertoldi

Il presidente di Sant’Orsola Silvio Bertoldi, confermando le verifiche effettuate dalla Guardia di Finanza, durante le quali peraltro non è stato trovato e sequestrato nulla, dichiara che “la Sca Sant’Orsola è del tutto estranea alle attività al centro delle attenzioni investigative in corso. La Procura e Guardia di Finanza stanno compiendo indagini per accertare eventuali responsabilità, come si legge in un comunicato stampa emesso dai due organi dello Stato, “a tutela degli imprenditori trentini virtuosi che, inconsapevoli dell’infiltrazione predetta, operano nell’ambito della produzione di vino e di piccoli frutti”. La Sca Sant’Orsola coglie l’occasione per ringraziare gli organi dello Stato all’opera ritenendo le iniziative in corso di importanza vitale per le attività produttive e per il tessuto socio economico virtuoso del Trentino e nazionale”.

Anche il Gruppo Mezzacorona afferma in una nota di essere “totalmente estraneo a collegamenti e attività mafiose in Sicilia”. “Il Gruppo Mezzacorona ha sempre agito correttamente e seriamente nel proprio impegno imprenditoriale a tutela dei propri soci, azionisti e collaboratori. Il Gruppo ha ricevuto unicamente una richiesta da parte della Guardia di Finanza di documentazione rispetto alle proprie attività in Sicilia; nessuna persona del Gruppo Mezzacorona risulta indagata. L’azienda ha dato la massima disponibilità e la totale collaborazione all’indagine conoscitiva, riponendo piena fiducia nell’operato dell’autorità giudiziaria”. “Qualsiasi altra illazione o speculazione – conclude la nota – è assolutamente falsa e il Gruppo Mezzacorona diffida chiunque a pubblicare o divulgare notizie non corrispondenti al vero, con la più ampia riserva di tutela della propria immagine e reputazione nelle sedi giudiziarie competenti”.

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