Sull’incontro tra il ministro Catania e Coca Cola (leggi news) Pietro Molinaro (nella foto), presidente di Coldiretti Calabria, ha dichiarato: "Dopo l’importante manifestazione di ieri a Rosarno registriamo positivamente la disponibilità di Coca Cola, che su sollecitazione del ministro, ha dichiarato l’impegno a continuare a lavorare con gli agrumicoltori della Piana di Rosarno-Gioia Tauro".
"E’, però, indispensabile per Coldiretti formulare degli accordi che non prescindano dal riconoscimento dei costi di produzione e dalla remunerazione del prodotto riconoscendo un prezzo all’agrumicoltore di 15 centesimi al chilo, passando anche attraverso un accorciamento della filiera. Basterebbe – continua Coldiretti – pagare le arance ai produttori qualche centesimo di più rispetto agli 8 centesimi al chilo attuali, aumentare di alcuni punti percentuali oltre il 12% il succo di agrumi nelle bibite e indicare l’origine delle arance sulle etichette delle bottiglie per spezzare, con trasparenza e legalità, la catena di sfruttamento che sottopaga il lavoro ed il suo prodotto. In base di una legge nazionale ormai datata (Legge n. 286 del 1961) le bevande al gusto di agrumi possono essere colorate a condizione che esse – sottolinea la Coldiretti – contengano appena il 12% di succo di agrumi. Un inganno per i consumatori che mette di fatto anche un cappio al collo all’intera filiera agrumicola con lo sfruttamento dei lavoratori e dei produttori agricoli ai quali per le arance vengono riconosciuti circa 8 centesimi al chilo".
Ogni punto percentuale di succo di arancia in più oltre al 12% corrisponde all’utilizzo di 25 milioni di chili in più di arance pari a circa 560 ettari di agrumeto, mentre pagando le arance a 15 centesimi/chilo (il costo per la sola raccolta è di 6 centesimi/chilo), in un litro di aranciata ci sarebbero 6 centesimi di arance con la possibilità – continua la Coldiretti – di remunerare adeguatamente il prodotto e il lavoro per ottenerlo. L’aumento del succo contenuto nelle aranciate avrebbe anche positivi effetti per la salute con un aumento del consumo di frutta in Italia dove – conclude la Coldiretti – ci sono un milione di persone che non mangiano mai frutta, secondo una analisi Coldiretti/Censis e si è verificato un preoccupante calo soprattutto tra i più giovani.