IMU AGRICOLA, COLDIRETTI: “IMPOSSIBILE RISPETTARE LE SCADENZE”

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Ora occorre fare al più presto chiarezza sull’Imu agricola, a partire della data di scadenza che non è piu’ chiaramente sostenibile. E’ quanto afferma il presidente della Coldiretti Roberto Moncalvo (nella foto) in riferimento all’esito dell’udienza in camera di consiglio, davanti alla seconda sezione del Tar del Lazio che non ha concesso una nuova sospensiva.

A tal propisto si deciderà direttamente nel merito sui ricorsi con i quali un serie di Comuni e di Anci regionali contestano il decreto sull’Imu sui terreni agricoli per i Comuni montani. E’ indispensabile mantenere l’impegno a rivedere anche per il 2014 le evidenti incongruenze nei criteri individuati per la delimitazione dei terreni agricoli in base all’altitudine in cui si trova la sede del comune, nel rispetto – conclude Moncalvo – della fondamentale scelta di mantenere l’esenzione dell’imposta a favore dei coltivatori diretti e degli imprenditori agricoli professionali”.

PEr Coldiretti Emilia Romagna una scadenza in tempi così ravvicinati viola il principio della collaborazione sancito dallo Statuto del Contribuente. Coldiretti regionale inoltre ribadisce che far pagare l’Imu sui terreni in base all’altitudine in cui si trova il palazzo comunale introduce una inspiegabile disparità di trattamento tra campi confinanti appartenenti addirittura allo stesso proprietario. L’applicazione del sistema altimetrico prevede che a pagare siano le aziende il cui palazzo comunale si trova sotto il 280 metri, anche se i terreni sono ad altezze superiori. In Emilia Romagna molti Comun si trovano nel fondo valle e i terreni sono ad altitudini maggiori e finiranno con il dover pagare l’Imu, mentre il loro vicino è magari esentato perché la casa del Comune si trova ad altezza superiore.

L’incoerenza del criterio di calcolo genera tensioni sul territorio e – afferma Coldiretti Emilia Romagna – rischia di attenuare l’importanza della positiva scelta di differenziare l’imposta a favore degli agricoltori professionali, coltivatori diretti e imprenditori agricoli iscritti nella relativa gestione previdenziale, che continuano a godere, in zone montane o di collina sopra i 280 metri, della esenzione Imu. È perciò indispensabile – conclude Coldiretti Emilia Romagna – mantenere l’impegno a rivedere anche per il 2014 le evidenti incongruenze nei criteri per la delimitazione dei terreni agricoli in base all’altitudine.

Anche perché i tratta di cifre importanti. Secondo elaborazioni di Coldiretti Emilia Romagna, infatti, un’azienda di un imprenditore coltivatore diretto con una media di dieci ettari, con colture di seminativi, frutteti, vigneti e bosco, nelle zone collinari e montane dovrà pagare mediamente una Imu di 1.500 euro all’anno.

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