IMBALLAGGI IN PLASTICA, PROPOSTA GREEN DI CONIP AGLI ORTOMERCATI

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CONIP, il consorzio nazionale degli imballaggi di plastica, ha proposto agli ortomercati italiani il suo progetto di economia circolare denominato ‘Usa e recupera’ al fine di agevolare il riciclo dei tanti imballaggi in plastica che si consumano ogni anno nei centri agroalimentari del Belpaese.

La proposta, lanciata formalmente a Macfrut nel corso di una conferenza stampa, è stata accolta favorevolmente da alcuni dei principali mercati all’ingrosso che erano presenti e da Fedagromercati, la Federazione nazionale delle associazioni degli operatori all’ingrosso.

Un’adesione corale che rivela un nervo scoperto: la gestione e l’eventuale riciclo degli imballaggi in plastica che, fino ad oggi, vengono gestiti dagli hub ortofrutticoli prevalentemente come rifiuti o riciclandoli con modalità diverse le une dalle altre e non coordinate in nessun progetto organico.

“Come l’ortofrutta – ha spiegato Renzo Piraccini, patron della fiera in corso a Rimini fino a domani, nell’introdurre il meeting – anche la plastica per molto tempo è stata dalla parte sbagliata della barricata. Oggi, i tempi sono cambiati ed i player di mercato stanno prendendo atto delle opportunità che questo settore offre. La plastica non va demonizzata più come un inquinante. Oggi rappresenta un sottoprodotto che ha davanti molte sfide ed opportunità, soprattutto legate al riciclo ed alla produzione di energia”.

Il Conip è stato il primo ente che, in Italia, ha creato una rete di economia circolare creando una sistema che mette insieme tutta la filiera. Oggi associa più di 120 aziende in tutt’Italia tra produttori, riciclatori e utilizzatori con 60 piattaforme di raccolta situate lungo la Penisola.

“Il ciclo della cassa in plastica è infinito – ha detto Fabiola Mosca, direttore di Conip -. Nei nostri 24 anni di attività abbiamo superato la soglia di riciclo dettata dalla legge del 60%. Nel 2021, siamo arrivati a recuperare il 75% delle 87mila tonnellate di imballaggi movimentati. Abbiamo recuperato, quindi 65mila tonnellate di imballaggi. Grazie al nostro sistema, ogni anno produciamo importanti risparmi economici e ambientali”.

Si parla di un abbattimento di circa 155mila tonnellate di CO2 non immesse nell’atmosfera, pari all’inquinamento che producono circa 62mila automobili in un anno; di un risparmio energetico equivalente al consumo di 500mila italiani; di un risparmio della risorsa idrica di circa 628 milioni di litri, pari a 250 piscine olimpioniche; di 239mila tonnellate di materia vergine pari a circa 14 Tour Eiffel e, infine, un risparmio, di 151 milioni di euro di petrolio.

“Il nostro obiettivo è accrescere questi vantaggi – continua Mosca – mettendo a disposizione degli ortomercati che, per definizione movimentano una grande quantità di imballaggi, questo servizio affinché possano accrescere i livelli di riciclo che Conip ha raggiunto egregiamente”.

Attualmente ogni mercato procede con iniziative in ordine sparso. Chi tratta la plastica come rifiuto con il conseguenti elevati costi di smaltimento; chi ha attivato di propria iniziativa dei progetti di riciclo che però sono rallentati dalla complessa disciplina sui rifiuti di plastica.

“Ci stiamo impegnando a sensibilizzare il Ministero – ha detto Giovanni Buttafuoco, vicepresidente di Conip – per semplificare la normativa. Un aspetto importante anche in relazione alla qualifica della plastica da riciclare, oggi trattata come un rifiuto e non come un sottoprodotto. Un punto importante che potrebbe rallentare i processi virtuosi di economia circolare. Diverso il discorso per carta, cartone e legno dove il discorso è più semplice”.

I sessanta centri di raccolta di Conip presenti in tutto il Paese, sono sufficienti a servire tutta la rete mercatale d’Italia. L’idea è quella di lavorare a corto raggio sia per l’attività di raccolta che per quella successiva di riciclo. Conip individuerebbe le piattaforme più vicine al mercato richiedente con cui attivare un sistema di raccolta differenziata spinta, tipo porta a porta, da realizzarsi ogni sera.

“Considero questa iniziativa un ottimo servizio – ha detto Valentino Di Pisa, presidente nazionale di Fedagromercati – anche perché i grossisti sono dei grandi utilizzatori di imballaggi. Ovviamente è necessaria, in questo processo, la collaborazione con gli enti gestori di modo che mettano a disposizione le proprie strutture per rendere fattivo questo network che ha tutte le carte in regola per diventare un modello vincente”.

“Con questo progetto – ha aggiunto – potremmo anche pensare di dare un ulteriore servizio ai nostri dettaglianti e clienti che potrebbero consegnarci i loro imballaggi che spesso hanno difficoltà a smaltire. Perciò siamo aperti al più totale contributo a questa iniziativa”.

L’adesione è stata manifestata anche dai rappresentanti dei mercati presenti alla conferenza come quello di Roma, quello di Cesena e quello di Fondi che già dal 2016 ha avviato un progetto ambientale che separa tutti gli scarti (plastica, legno, vetro e indifferenziata). Nel 2021 ha inviato a riciclo 20mila imballi in plastica; 50mila di legno e 100mila di cartone.

Mariangela Latella

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