IL PORTO DI ANCONA DIVENTERÀ UN NODO CONTINENTALE ENTRO IL 2030

Condividi

Il porto di Ancora potrebbe diventare in futuro un nodo cruciale all’interno del sistema portuale europeo. La Commissione Europea infatti ha classificato il porto marchigiano come nodo del core network, ovvero della rete di infrastrutture che entro il 2030 metterà in connessione i nodi di trasporto più importanti a livello continentale.

Comunicando questa notizia, però, l’Autorità portuale locale ha dovuto prendere atto del fatto che "al momento non è stato dato seguito alla richiesta di inserimento nel Corridoio Adriatico-Baltico". Comunque, l’inserimento nel corridoio Helsinki-Valletta "consente di ottenere pieno accesso ai fondi comunitari per supportare la realizzazione delle opere infrastrutturali marittime e terrestri necessarie allo sviluppo del porto di Ancona, valorizzandone in particolare la funzione di terminal delle autostrade del mare che collegano lo scalo alle sponde orientali dell’Adriatico e del Mediterraneo".

Inoltre, come riporta Trasporto Europa, ciò "agevola la messa a sistema degli investimenti infrastrutturali per migliorare l’accessibilità ferroviaria del porto (nuovo raccordo ferroviario e trasformazione dello Scalo Marotti) rendendo più competitiva la posizione dello scalo rispetto allo sviluppo del trasporto intermodale, specialmente per quanto riguarda il traffico contenitori".

La valenza del porto di Ancona come nodo intermodale d’interesse comunitario per il trasporto merci e passeggeri è rappresentata da lungo tempo, secondo l’Autorità, dalle linee traghetti dirette verso la Grecia (90% del traffico tir in transito per il porto di Ancona), Croazia e, in misura minore, Albania e Montenegro.

Sul fronte dei traffici container, lo scalo marchigiano prevede nel 2012 di superare la soglia dei 100mila teu movimentati, sfiorando quota 130mila teu. Il terminal ACT (Adriatic Container Terminal) che gestisce la nuova darsena del porto ha avuto uno sviluppo esponenziale negli ultimi anni partendo dai circa 40mila teu del 2005 (la società è nata nel 2003) e arrivando agli attuali 105mila teu con cui prevede di concludere l’esercizio attuale.

Gli investimenti sono stati notevoli ed entro la fine dell’anno il terminal potrà disporre anche di nuove gru gommate, con capacità di sbraccio e di resa notevolmente maggiori. Adriatic Container Terminal è una società con le spalle robuste: è costituita per il 45% dalla Frittelli Maritime, un altro 45% è in mano alla MSC di Gianluigi Aponte e il restante 10% fa capo al presidente Ubaldo Scarpati, ammiraglio già comandante della Capitaneria di Ancona. Act oggi punta ad allargare il proprio insediamento e ipotizza con nuove banchine di superare i 200mila teu, guardando anche a un ipotetico spostamento presso l’ex terminal operato da Bunge che dispone di una banchina rettilinea più lunga di quella dove opera attualmente ACT. "Con un fondale di 12,5 metri, l’ex terminal di Bunge è la risposta adeguata allo sviluppo del traffico di contenitori", ha affermato Luciano Canepa, presidente dell’Autorità Portuale. Secondo Canepa, Act è la principale candidata all’utilizzo della ex Bunge proprio per la sua specializzazione, per la sua capacità operativa e anche per le due nuove gru gommate, in grado di spostarsi facilmente sul fronte del porto

Sfoglia ora l'Annuario 2024 di Protagonisti dell'ortofrutta italiana

Sfoglia ora l'ultimo numero della rivista!

Join us for

ISCRIVITI ALLA NOSTRA NEWSLETTER QUOTIDIANA PER ESSERE AGGIORNATO OGNI GIORNO SULLE NOTIZIE DI SETTORE