Il sud produce, il nord consuma. E’ l’atipica geografia del biologico in Italia, fotografata dall’ultima analisi dell’Ismea, che l’ha presentata al ‘Sana’, il salone del naturale a Bologna. A salvare il biologico dalla crisi economica, sarebbe proprio la sua dinamica ‘anticiclica’, tanto da risultare, spiega il rapporto, ”performance superiori a quelle di altri prodotti di qualita’ dell’agroalimentare”.
In particolare, la ricerca dell’istituto di servizi per il mercato agricolo alimentare vede nel Mezzogiorno il 52% della produzione nazionale e assegna, invece, al nord il primato dei consumi, con un 70% degli acquisti domestici complessivi (il sud, invece, si ferma all’8%). Squilibri che vanno attenuandosi nel canale extradomestico, dove ”a differenza della grande distribuzione e dei negozi specializzati, si registra in generale una maggiore perequazione nella ripartizione degli acquisti tra le diverse aree geografiche”.
I numeri del sud Italia sono confermati anche dalla massiccia presenza della Regione Sicilia alla fiera di Bologna: ben 32 aziende che hanno occupato, da sole, meta’ di uno dei cinque padiglioni e che offrono olio, frutta e verdura, agrumi, marmellate, pasta, miele, frutta secca, conserve vegetali, farine, conserve vegetali e prodotti di bellezza.
Ismea ha anche individuato alcuni trend di lungo periodo come ”il successo di mense e agriturismi, segmenti che hanno trainato in questi anni i consumi extradomestici di alimenti e bevande biologici”. Si consolida, intanto, la ristorazione bio e i canali alternativi a quelli classici, seppure con quote ancora marginali, grazie anche al contributo della vendita diretta”.
Infine il fattore fiducia: dall’indagine emergono ”giudizi complessivamente favorevoli sulle aspettative di produzione, seppure a fronte di indicazioni meno positive sul recente andamento degli ordini e sui ritmi di smaltimento delle scorte”.