IL MODELLO CPR POTREBBE ASPIRARE ALL’EXPO 2015. PERCHÉ NO?

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In apertura un commosso ricordo del vicepresidente Roberto Fiammenghi, prematuramente scomparso, ricordato da Renzo Piraccini (“Roberto è stato uomo del dialogo, impegnato a migliorare il rapporto tra produzione e Gdo”) anche con la bella iniziativa di una borsa di studio a suo nome con l’università di Bologna.

Poi anche l’emozione e il ricordo dell’altro vicepresidente Claudio Gamberini, che ha ricordato fra le tante virtù del Cpr anche il riuscito esempio del cambio generazionale tra Gianni Bonora (“le radici dell’azienda”) e la giovane gestione manageriale di Monica Artosi. A concludere l’assemblea di Cpr System l’intervento dell’assessore emiliano Tiberio Rabboni che annuncia una possibile ‘svolta’ per l’ortofrutta dopo tanti anni bui. In mezzo una valanga di dati (leggi la news) tutti a confermare l’eccezione positiva del modello Cpr: mettere assieme tutta la filiera dell’ortofrutta (prossimo comparto: carne, entro il 2014) in nome di una logistica più efficiente, meno costosa, più sostenibile, al di là delle rispettive appartenenze e degli interessi di bottega. Che, per carità, sono legittimi e ben rappresentati ma che trovano superamento e sintesi nelle reciproche convenienze e nel comune interesse verso un servizio più efficiente e dove vince il rapporto qualità/prezzo.

Questo del Cpr è uno dei pochi tavoli, forse l’unico, dove produzione e Gdo si siedono, trattano, magari litigano, poi si alzano dopo aver trovato un accordo di comune gradimento. Pensate quali risultati si potrebbero ottenere se questo modello venisse esportato in altri contesti, ad esempio quando si tratta di sostenere le produzioni nazionali in una annata difficile o di valorizzare eccellenze territoriali, di nicchia o di più largo mercato. Infine una nota di merito all’assessore Rabboni che ha ricordato il valore dell’innovazione anche nella logistica, fattore di competitività e di risposta intelligente alla crisi. La logistica è materia dura da raccontare, non fa molto titolo sui giornali, però fa scalare le classifiche della competitività e dell’export (gli esempi di Spagna e Olanda sono sotto gli occhi di tutti).

“Il modello Cpr – è l’invito di Rabboni – per i risultati in termini di costi/benefici, di impatto ambientale, di riduzione del ciclo dei rifiuti e della CO2 è un esempio positivo da candidare all’Expo 2015. Pensateci, noi daremo tutto l’appoggio possibile”. Una bella occasione anche per l’ortofrutta di lustrare la propria immagine davanti all’opinione pubblica. Una proposta choc, forse un po’ folle e provocatoria, però qualche volta si deve gettare il cuore oltre l’ostacolo.

Lorenzo Frassoldati

direttore del Corriere Ortofrutticolo

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