Sono traditi dal gelo, che non arriva, i radicchi rossi semilunghi (varietà tardiva), coltivati in una vasta area del Basso Veneto, nelle province di Verona, di Vicenza e di Padova. Sul campo sono belli, ma, senza il freddo, il commercio va al rallentatore e la stessa qualità, pur non essendo sostanzialmente intaccata, ne soffre.
Soltanto il freddo ne esalta i valori gustativi e le qualità nutrizionali. Il radicchio è maturato precocemente e i cespi si presentano piuttosto grossi, molto sviluppati e meno compatti, mantengono comunque la qualità. Gianni Lora (nella foto in basso, a sinistra, assieme al figlio Alberto), presidente della Cooperativa “Corte Veneta” di Cologna Veneta (Verona) rileva come, comunque, l’ortaggio mantenga “tutte le caratteristiche gustative e visive che lo distinguono e lo rendono appetibile. Purtroppo i prezzi al momento non ripagano i coltivatori, tenendo conto dei crescenti costi di produzione”.
Potrebbero essere proprio il gelo, che dovrebbe finalmente farsi sentire, e le feste natalizie, momento di maggiore consumo, a ridare buon ossigeno al prodotto, definito anche “l’oro rosso della Bassa”, tanto più che nel frattempo una parte, essendo maturata e raccolta con parecchio anticipo, non sarà più disponibile. C’è stata, inoltre, quest’anno una minore semina e la siccità estiva ha danneggiato parte del raccolto. Per questo radicchio semilungo veronese, dal cespo ovale compatto, con foglie di colore rosso scuro, solcate da marcate venature bianche, è in atto da parte di OPO Veneto un’azione di rilancio della Igp, l’indicazione geografica protetta, che negli ultimi anni è stata un po’ accantonata dai coltivatori. E’ ritenuta, invece, sempre più importante in un mercato nazionale e internazionale che richiede garanzia di qualità, certificazione di origine e sicurezza alimentare. La stessa grande distribuzione sta avendo un occhio di riguardo per gli ortaggi certificati e garantiti.
Il Radicchio semilungo di Verona, precoce e tardivo, si coltiva in 56 comuni tra le province di Verona (32), Vicenza (13) e Padova (11), nella parte sud, dove l’agricoltura e l’orticoltura sono molto sviluppate. E’ prevista una produzione inferiore ai 100 mila quintali. Ancora minima la coltivazione Igp. (fonte: ortoveneto)