Oggi agli imballaggi sono richieste molte funzioni, non solo in termini di bellezza e praticità, ma anche riguardo ad igiene assoluta, riduzione degli sprechi e a valori immateriali, come identità, reputazione e sostenibilità. Nel settore dell’ortofrutta l’imballaggio deve poter garantire soprattutto che il prodotto si conservi in termini di proprietà ed igiene fino al consumatore.
I dati Coldiretti relativi al consumo di frutta e verdura tra gli italiani nel 2023, hanno registrato un calo del 9% con un consumo individuale che non arriva nemmeno alla quantità giornaliera di 400 grammi a persona consigliata dall’OMS. Può l’imballaggio aiutare ad invertire questo trend e ricoprire un ruolo nel consumo futuro di frutta e verdura? Lo abbiamo chiesto a Claudio Dall’Agata, managing director del consorzio di produttori di imballaggi in cartone ondulato Bestack. Lo scorso 24 ottobre ha partecipato alla fiera LUV a Bari, con un intervento dal titolo “Imballaggi e confezione in ortofrutta: da strumento di trasporto alla logistica a fattore competitivo nella costruzione del valore.”
-La nuova frontiera degli imballaggi per l’ortofrutta esiste e in che cosa consiste?
La nuova frontiera dell’imballaggio implica un cambiamento di prospettiva che non tiene solo conto del produttore, ma anche del consumatore. Nel settore ortofrutticolo è difficile tenere insieme la duplice frontiera che da un lato punta a minori costi, praticità logistica e standardizzazione e dall’altro garantisce la disponibilità del prodotto ai consumatori. Alcuni frutti, come ad esempio i kiwi, sono confezionati e venduti a quasi 9 € al kg: senza un imballaggio che tenga in considerazione le esigenze del consumatore, non si potrebbe arrivare a tali cifre. La frontiera delle nuove confezioni a cui il settore ortofrutticolo punta, deve andare oltre la sola esigenza del produttore, oltre la semplice richiesta di disponibilità del consumatore e arrivare a completare la motivazione d’acquisto.
Che peso hanno materiale e forma nel futuro degli imballaggi per l’ortofrutta?
Per quanto riguarda la dimensione, una confezione deve rimanere sempre entro le regole logistiche di trasportabilità. Riguardo al materiale, noi di Bestack scegliamo l’uso di carta e cartone con certificazione forestale, il che significa che il sistema di riciclo garantisce un numero di alberi piantati, maggiore di quelli abbattuti. La carta e il cartone riescono meglio a rispondere alle esigenze del produttore e del consumatore: da un lato sono leggeri e dunque facili da caricare e trasportare, dall’altro sono più facili da personalizzare. Una valida soluzione è quella degli imballaggi attivi, in cui componenti vegetali microfobici vengono spruzzati all’interno della confezione e assorbiti dal cartone. Questo migliora la conservazione del prodotto ortofrutticolo, tenendo presente le specificità di ogni varietà. Un appello che mi sento di fare è rivolto al settore del packaging, farebbe un favore se si mettesse ad individuare di volta in volta le soluzioni migliori per ogni prodotto.
Che ruolo ha la confezione nel valore che vorremmo fosse riconosciuto al contenuto, nell’ottica di questa nuova frontiera?
Io penso che il consumo di frutta e verdura non crescerà. Credo che si consumerà solo meglio. I cambiamenti sociodemografici sono tali per cui da certi trend non è possibile tornare indietro; quindi, il settore si segmenterà verso l’alto, concentrandosi sul livello qualitativo dell’eccellenza ortofrutticola. Se il trend si svilupperà in questo verso, la confezione di fatto diventerà fondamentale nel consentire a queste eccellenze di essere riconosciute. Nello specifico saranno efficaci le monoconfezioni rigide che consentono di mantenere la qualità nel tempo, insieme agli imballaggi attivi. La direzione volgerà a rendere riconoscibili le eccellenze. Riguardo poi al concetto di confezione come spreco, il vero spreco è buttare ciò che si produce, se la confezione è riciclabile e consente di consumare il prodotto, allora non è da condannare.
Come coesistono ruolo e funzione negli imballaggi dedicati all’ortofrutta?
Sono due facce della stessa medaglia e ritorna la doppia frontiera dell’imballaggio del futuro. Il ruolo è ciò che la confezione deve fare per chi produce, la funzione riguarda invece il consumatore. Il vero ruolo coincide con il rendere disponibile il prodotto a chi lo vuole consumare, mentre la funzione tocca il modo in cui è possibile farlo nel tempo. Spesso consumiamo per interesse, ma dobbiamo anche considerare cosa una confezione offre e qual è il suo impatto, visto che spesso si tratta di massimo dieci centesimi in più per ogni chilo di prodotto. L’interesse dei consumatori di frutta e verdura di domani sarà composto attorno al 20% da consumi edonistici e quindi orientati dalla capacità dei prodotti di essere riconosciuti. I produttori devono dunque volgere le proprie energie su confezioni coerenti.
Elisa Poletti