IL CASO “ETOSSICHINE” MINACCIA LA CAMPAGNA PERE

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Che senso ha produrre pere se poi non si riesce a frigoconservare? Parte da questa semplice domanda il caso Etossichine che ha agitato i rapporti tra mondo produttivo e Ministeri della salute e delle Politiche agricole in pieno agosto.

Due lettere del Cso, l’ultima alla vigilia di Ferragosto, non sono state sufficienti a sbloccare l’uso in via eccezionale di questo principio attivo già ammesso l’anno scorso e che quest’anno ha avuto via libera da Spagna e Portogallo ma non dall’Italia.

Già con una prima lettera in data 30 luglio il Cso chiedeva ai ministeri della Salute e delle Politiche agricole – in nome e per conto dei produttori aderenti – di dare via libera all’uso eccezionale per i prodotti a base di Etossichina contro il riscaldo delle pere in post-raccolta per un periodo di 120 giorni a far data dal 20 agosto, motivando la richiesta con la mancanza di valide ed efficaci alternative e con il particolare andamento climatico di quest’anno caratterizzato da eccessiva piovosità primaverile e da temperature elevatissime tra luglio e agosto, con pesanti conseguenze sulla tenuta del prodotto in fase di conservazione.

Il timore di una perdita di almeno il 30% della produzione commerciabile è concreto, mentre l’uso ammesso in Spagna e Portogallo crea una palese distorsione della concorrenza. La risposta del ministero della Salute arriva in data 6 agosto ed è negativa su tutti i fronti: si cita il parere della Commissione consultiva che già nella stagione 2012-13 aveva dato parere non favorevole, lasciando aperta la strada solo all’utilizzo delle scorte fino al 14 gennaio 2013. Si cita la mancanza di dati circa una “impurezza che non permette di effettuare una valutazione esaustiva sulla rilevanza tossicologica” del prodotto. In sostanza: istanza bocciata. Ma il Cso non molla e in data 14 agosto scrive nuovamente ai ministeri della Salute e dell’Agricoltura e “pur tenendo conto del parere negativo” si appella all’art. 53 del Regolamento Cee 1107/2009 che consente di autorizzare per un periodo limitato e controllato un prodotto per combattere una emergenza fitosanitaria. Si ribadisce la disparità di trattamento tra Paesi comunitari concorrenti “a discapito del sistema Italia” e si richiamano le caratteristiche dell’Etossichina che in 20 anni di utilizzo non ha mai dato problemi a consumatori e operatori.

In sostanza i problemi di conservabilità delle pere per questa campagna ci sono tutti; Spagna e Portogallo potranno commercializzare le loro pere in Italia anche facendo leva su una sostanza che nel nostro Paese non viene ammessa. Noi subiremo forti perdite di produzione e si creerà una situazione di concorrenza sleale ai nostri danni. Il Cso insiste per l’autorizzazione ex art.53, sostenuto dal mondo produttivo. Sarebbe bello vedere che, come in Spagna e Portogallo, anche qui funziona il sistema paese.

 

Lorenzo Frassoldati

direttore del Corriere Ortofrutticolo

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