I PORTI LIGURI TENGONO IL PASSO DEL RESTO D’EUROPA

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I porti liguri crescono in linea con gli altri scali europei e il Mediterraneo nel suo complesso tiene il passo dei giganti del Northern Range. Lo rivelano i dati di fine anno dei maggiori porti continentali. Al primo posto nell’Unione europea c’è sempre Rotterdam, dove nel 2011 sono stati movimentati 11,9 milioni di teu (unità di misura equivalente a un container di 20 piedi, circa 6 metri).

 

La cifra segna una crescita del 6% rispetto all’anno precedente. Perde terreno rispetto al diretto concorrente Anversa, che con un +2% si attesta a 8,64 milioni di teu. Nel Mediterraneo perde qualche colpo il numero uno, Valencia, (ma il tasso di transhipment, cioè container semplicemente trasportato da una nave all’altra è molto alto) che ha registrato un +2%, chiudendo l’anno intorno ai 4,3 milioni di teu.

Negli anni scorsi aveva registrato un crescita formidabile che gli aveva permesso di superare prima Barcellona e poi Algeciras. Anche nel 2009, il momento peggiore della crisi, il porto della Comunidad è riuscito a mantenere il segno positivo (+1,4%), mentre tutti gli altri crollavano pesantemente: Rotterdam -9,7%, Anversa -15,6%, la rivale Barcellona addirittura -30,1%.

Anche gli italiani Genova e La Spezia in quel drammatico 2009 perdevano rispettivamente il 13,2 e il 16,1%. Il 2010 è stato un anno di ripresa a due cifre per quasi tutti, mentre il 2011 si è rivelato un momento di assestamento, in attesa di capire l’incognita 2012, che molti analisti guardano con il timore di un nuovo salasso di traffici per l’Europa.

Proseguendo lungo la costa iberica, il porto di Barcellona è cresciuto quest’anno del 6%, riducendo leggermente l’abisso che lo separa da Valencia e superando i due milioni di teu. L’altro grande scalo spagnolo, quello di Algeciras, si è ripreso quest’anno, con una crescita del 20%, ma sono lontani gli anni in cui dominava i traffici mediterranei in gara con Gioia Tauro. Il quale scalo calabrese ha patito quest’anno l’abbandono di Maersk e ha fatto registrare, fino a ottobre, un calo del 18%.

In Italia, fra gli scali di destinazione finale, fanno da locomotiva dei traffici containerizzati i porti liguri di Genova e La Spezia. Genova ha toccato quota 1,84 milioni, con una crescita del 4,5%, come annunciato nei giorni scorsi dal presidente Luigi Merlo. Che ha espresso anche qualche rimpianto: "Senza la crisi libica, sarebbero stati due milioni". Cioè fieno in cascina in vista di un 2012 in cui gli analisti prevedono un decremento dei traffici analogo a quello del 2009, ma secondo Merlo "in un contesto economico se possibile ancora più negativo e traballante". Proprio dallo sviluppo economico dell’Africa Settentrionale, che è stato uno dei motori dei cambiamenti sociali in atto, potrebbe però arrivare nel 2012 qualche soddisfazione in termini di traffici. A trarne vantaggio sarebbe anche La Spezia. Il porto del Levante ligure nel 2011 è cresciuto di poco meno del 3% e ha raggiunto 1,32 milioni di teu, trainato dal terminalista Lsct che ha superato il record storico, risalente al 2007.

La performance spezzina la avvicina, in termini assoluti, a uno scalo importante come quello di Barcellona. Nel computo dei teu è infatti compresa anche la quota cosiddetta di transhipment, cioè quei container che non si fermano sul territorio, ma vengono semplicemente trasbordati da una nave all’altra, per andare a sdoganare altrove, spesso in un altro paese o addirittura continente.

Ogni porto ha una quota di transhipment diversa, che per Barcellona è superiore al 30% e per La Spezia si aggira quest’anno intorno al 10%. Scorporando questa quota e considerando solamente i container di destinazione finale, quelli che portano più ricchezza al territorio, La Spezia movimenta 1,2 milioni di teu, Barcellona 1,35 milioni. (fonte: shippingonline)

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