GUIDI (CONFAGRI) POLEMICO CON COLDIRETTI E CONTRO SLOW FOOD: “PURA UTOPIA”

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C’è un "modello perdente" di cui l’agricoltura italiana deve liberarsi per ridare competitività al settore e "redditi dignitosi" a chi lavora. Il presidente nazionale di Confagricoltura Mario Guidi (nella foto) va all’attacco, parlando all’assemblea provinciale torinese.

 

"Nell’anno dell’Expo che avrà la nutrizione al centro dei temi – ha detto – la nostra agricoltura va riprogettata, mettendo al centro l’impresa. Basta con la strategia difensiva, dobbiamo pensare alla crescita, a meccanismi di sostegno per gli investimenti aziendali, a misure significative nell’assegnazione dei contributi, ad eliminare coltivazioni non produttive sostituendole con altre nuove".

Il modello "sbagliato" è anche quello della "qualità e basta", dell’agricoltura "vista come attività sociale", quello, ha proseguito Guidi, "predicato da Slow Food e dal suo presidente Petrini: un’utopia, che ha appeal mediatico, ma che non esiste. In Italia tutti parlano di agricoltura, meno chi ci è dentro: dobbiamo ripartire, sfruttando l’occasione dell’Expo".

Polemico con la Coldiretti, che, con una battuta, ha definito il "pericolo giallo" (dal colore simbolo dell’organizzazione), Guidi punta il dito su chi ha pensato che "la qualità avrebbe pagato tutto. Non è stato così – ha affermato il presidente della Confagricoltura – la qualità è un pre-requisito, ma senza un modello agricolo con minori costi non riusciremo mai ad essere competitivi".

Molta strada resta da fare, per Guidi, sul made in Italy: "Nel mondo – ha detto – ci sono 500 milioni di potenziali consumatori che vogliono i nostri prodotti, il problema è che non facciamo niente per conquistare i mercati internazionali. E questo è anche uno dei motivi dell’Italian Sounding: se i nostri cibi autentici non si trovano, è normale che molti finiscano per accontentarsi delle imitazioni".

Tra i freni, tuttavia, ci sono anche la "fiscalità eccessiva", l’Imu agricola, le incertezze sui piani di sviluppo rurale (Psr) delle regioni italiane che la Commissione Europea sta terminando di esaminare. Un tema caldo è la fine del regime delle quote latte, il 31 marzo. All’assemblea della Confagricoltura ne ha parlato l’europarlamentare Alberto Cirio: "Ad oggi – ha detto – non si ancora cosa succederà. Tuttavia, il 24 marzo presenteremo un documento per riuscire ad avere la possibilità di intervenire in via d’urgenza".

(fonte: Ansa)

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