Il GTA, Gruppo Trasversale Agricoltori, movimento spontaneo agricolo nato nel 2004, i primi anni di segnali di crisi del settore frutticolo, è presente con tanti colleghi agricoltori nei presidi e alle manifestazioni di questi giorni.

“Appoggiamo e sosteniamo la protesta che rappresenta ad oggi l’apice di una crisi del settore agricolo che da anni avevamo a più riprese annunciato, senza mai essere, nei fatti, ascoltati”, scrivono i rappresentanti del GTA. “Chiediamo l’unità ed incisività della rappresentanza agricola alle nostre associazioni di categoria, sostegno normativo adeguato alle reali esigenze delle imprese per la difesa Europea, Nazionale e Regionale (con il sostegno di tecnici specializzati) di una agricoltura amica (e non nemica) dell’ambiente e dei consumatori, che siano sostenibili anche da un punto di vista socio-economico oltre che ambientale.

“Serve una equa distribuzione del reddito lungo le filiere”

Chiediamo, come si evince dalle proteste di questi giorni, una equa distribuzione del reddito lungo le filiere, con la riduzione di molte storture che, di fatto, non danno le giuste risposte a produttori e consumatori. Filiere che, molte volte, servono solo a “drenare” risorse pubbliche senza rendere effettivamente più sostenibile il settore”.
“Per questo chiediamo un tavolo di confronto vero fra GDO e mondo della produzione agricola, per fare
chiarezza e trovare accordi equi fra le parti. Non possiamo continuare a lavorare solo per i buyer della GDo che chiedono sempre e comunque il prezzo più basso”, dichiarano i referenti del Gruppo Trasversale.

I produttori devono aggregare l’offerta e ridurre i costi aggiuntivi”

“Gli agricoltori però devono iniziare a pensare realmente di aggregare l’offerta e di ridurre tutti quei
“costi aggiuntivi” al proprio interno, costruendo una rappresentanza aggregata e solida, sia economica che
politica. Se siamo arrivati a questo punto è anche “per merito” di questa tipologia e frammentazione della
rappresentanza, che ad oggi non ha più motivo e la possibilità di essere sostenuta, dalle sempre più
scarse risorse economiche che le nostre attività agricole riescono ad ottenere”.