GRUPPO ORSERO: L’ACCORDO SUI GIORNALI, DA REPUBBLICA AL SECOLO XIX

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Il progetto di rilancio del Gruppo Orsero (leggi news 1 e 2) ha avuto subito risalto sugli organi di informazione. A poche ore dalla comunicazione ufficiale, sabato 28 marzo, l’agenzia nazionale di stampa ANSA ha rilanciato la notizia.

La news inizia con queste parole: "Il gruppo Orsero riprende sulla strada della crescita, inaugurando una nuova stagione: l’inizio di questa fase, afferma una nota dell’azienda di importazione e distribuzione di prodotti ortofrutticoli freschi, si lega alla ristrutturazione firmata tra Gf Group e gli istituti bancari Carige e Carisa intestatari del 40% del debito e Unicredit, Mps, Intesa, Bnl, Banca Popolare per il 60%. Tra le misure del piano industriale e della manovra finanziaria l’aumento di capitale di 18 milioni di euro”.

Il quotidiano regionale della Liguria, il Secolo XIX, ha cercato di approfondire la notizia con due articoli successivi da Savona. Nel primo si riportano nel dettaglio i punti dell’accordo e si aggiunge nella frase finale un particolare: "Nell’ottobre scorso aveva suscitato polemiche e perplessità l’operazione avviata dall’Authority per l’acquisto, per 23 milioni di euro, delle quote di Orsero nell’interporto di Vado”. Nel secondo articolo si legge tra l’altro: "Cura da cavallo per il gruppo Orsero, attivo nel settore della commercializzazione della frutta e da anni in crisi a causa di alcuni investimenti rivelatisi sbagliati e di un pesante indebitamento. Ieri, infatti, l’azienda ha siglato un accordo con le banche creditrici per una ristrutturazione del debito".

In un articolo su Repubblica la giornalista Carlotta Scozzari scrive: "Dopo mesi di trattative, il gruppo ligure Orsero, attivo nella produzione e distribuzione di frutta, ha raggiunto l’accordo di ristrutturazione del debito con le banche. Al centro del confronto, che andava avanti almeno dalla fine del 2013, l’esposizione da circa 245 milioni che la holding della famiglia di Pietra Ligure (Savona), la Gf Group, presentava innanzi tutto nei confronti del gruppo Carige (40%) e in misura minore verso Mps, Bnl, Unicredit e Intesa Sanpaolo. Oltre alle naturali difficoltà che una partita sul debito normalmente comporta, in questo caso, a prolungare i tempi hanno contribuito i problemi che l’istituto primo finanziatore ha dovuto affrontare negli ultimi mesi, dopo la bocciatura ai test europei e un nuovo aumento di capitale alle porte. Anche perché poi Carige ora è amministrata da una nuova gestione ed è guidata dall’amministratore delegato Piero Montani, mentre i prestiti al gruppo Orsero risalgono alla fase in cui in sella all’istituto ligure c’era l’ex presidente Giovanni Berneschi".

"Sta di fatto che, dopo trattative durate mesi – prosegue l’articolo precisando alcuni dettagli -, l’accordo sul debito, in attesa di essere omologato al tribunale di Savona, è stato raggiunto. E prevede, innanzi tutto, un aumento di capitale da 18 milioni da chiudere entro il 15 luglio, per il 75% delle quote già prenotato dalla famiglia Orsero. E’ possibile che il restante 25% che ancora manca sia riconducibile alla partecipazione di Antonio Orsero, che nel novembre del 2013, quando cioè era entrata nel vivo la ristrutturazione del debito, aveva abbandonato tutte le cariche nel gruppo, alle cui redini è rimasta la sorella Raffaella (c’è poi una terza sorella, Annachiara). L’accordo prevede poi l’emissione di strumenti finanziari partecipativi a dieci anni per 42 milioni che saranno in mano alle banche (e che perciò convertiranno in questo modo parte del loro credito). Verso la fine della scorsa estate, invece, si stava ragionando sulla possibilità di lanciare un prestito convertendo da oltre 100 milioni che sarebbe stato sottoscritto dagli istituti finanziatori, destinati perciò in un secondo momento a diventare azionisti. Con gli strumenti finanziari partecipativi, invece, le banche non diventano socie in senso stretto e, date le caratteristiche di questi titoli, non dovrebbero avere diritto di voto in assemblea”.

A proposito delle dismissioni previste, l’articolo di Repubblica commenta: "La focalizzazione nel core business della frutta dovrebbe comportare anche l’uscita da Carige (Cassa di Risparmio di Genova), di cui la famiglia Orsero è stata socia all’interno del mini patto di sindacato dei privati che si è da poco sciolto e a cui aderivano anche l’ex presidente Berneschi, il gruppo Gavio, le coop e Vito Bonsignore. Gli Orsero, inoltre, facevano parte dei ‘capitani coraggiosi’ che nel 2008 si lanciarono alla volta del salvataggio dell’Alitalia, ma si sono chiamati fuori dalla partita quando si è trattato di mettere nuovamente mano al portafogli, nei mesi scorsi, nell’ambito dell’operazione che ha condotto all’ingresso nel capitale degli arabi di Etihad".

 

Nella foto Raffella Orsero

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