GRUPPO MILANI VERSO LA RISTRUTTURAZIONE

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Ristrutturazione in vista per il Gruppo Milani, sorto nel 1952 per iniziativa dell’imprenditore Orfeo Milani, già socio di EVA, la prima società esportatrice di ortofrutta presente nella Zona agro-industriale di Verona. Il 31 dicembre scorso la Milani Fragor Group, società specializzata nel commercio e nell’export di ortofrutta, ha chiuso il posteggio presente a Veronamercato.

 

 

L’operazione è ancora in via di definizione dal punto di vista formale. Nel frattempo alcuni magazzini di lavorazione di ortofrutta, come quello di Vigasio, sarebbero stati affittati a terzi. La notizia ha innescato nei giorni scorsi una serie di voci, non confermate, in merito a una possibile imminente chiusura della stessa Milani Fragor Group. Del gruppo fanno parte, tra le altre, anche le società Milani Orfeo, Milani Food e alcune aziende agricole attive anche fuori dalla provincia di Verona, in particolare nel Mantovano.

I Milani sono alla terza generazione come imprenditori ortofrutticoli. Dal fondatore Orfeo il testimone era passato ai suoi due figli, Carlo Alberto e Giuseppe (Beppino), quest’ultimo scomparso alcuni anni fa, e quindi ai nipoti di Orfeo, con un ruolo di rilievo per Antonio Milani, figlio di Carlo Alberto. Il passaggio generazionale, oltre che i margini sempre più problematici dell’attività commerciale, avrebbe un ruolo non secondario nella ristrutturazione.

Pare infatti che le nuove leve vogliano puntare in modo deciso sulle attività di quinta gamma, lavorazione e distribuzione di precotti in particolare e altri preparati per cucina, attività in carico alla Milani Food di recente costituzione, che pure controlla la produzione e il confezionamento di funghi. Milani Food ha consolidato buoni rapporti con l’industria alimentare veronese, in particolare con il Gruppo Rana di San Giovanni Lupatoto di cui risulta fornitrice.

 

 

La tradizionale attività di commercio ortofrutticolo avrebbe dato invece negli ultimi anni più di qualche grattacapo, come la chiusura del rapporto con uno dei più grossi clienti esteri del gruppo, la catena tedesca di discount Lidl, sempre più esigente nel richiedere a tutti i fornitori prodotti con bassissimi livelli di residui chimici.

La non brillante situazione finanziaria di Milani Fragor Group è confermata dal fatturato 2010 che ha toccato i 34 milioni 306 mila euro segnando un calo del reddito netto di oltre 4 milioni di euro e margini ridotti. Ed era comunque almeno dal 2005 che l’attività commerciale tradizionale non dava soddisfazioni significative al gruppo.

L’attività della Milani Fragor Group dovrebbe comunque continuare fino ad aprile (cioè fino alla fine dell’anno finanziario), periodo nel quale si dovrebbe anche concludere lo smercio dei residui stock di mele presenti nei magazzini dell’importante sede della ZAI veronese.

La produzione di meloni, effettuata su terreni nel Mantovano, dovrebbe invece rimane attiva, in carico a società diverse da Milani Fragor. L’azienda, che ha sempre mantenuto un profilo di grande riservatezza, non ha confermato né smentito queste notizie. Resta il fatto che tutto il mondo ortofrutticolo veronese guarda con grande attenzione a questa vicenda, considerata dai più come un "segno dei tempi".

 

 

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