GREXIT, PALLOTTINI (CAR ROMA): “I PRODOTTI GRECI NON SONO UNA MINACCIA”

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Tra pesce e ortofrutta, per volumi (2%) e valori (anche meno), la rilevanza del fresco ellenico sul movimento totale (20 milioni annui di quintali e 2 miliardi di euro di giro d’affari) di merci nel Centro Agroalimentare Roma è solo una goccia in mare.

Ma – secondo le documentate assicurazioni ufficiali del topmanager, Fabio Massimo Pallottini (nella foto), davanti alla confusa ridda di rivelazioni, previsioni, notizie anche drammatiche per il popolo greco dal lato sociopolitico – quella goccia non è né può diventare tossica per il consumatore e o il commerciante che seguiterà a comprare nell’Agromercato romano alimenti freschi di origine greca. Di cosa, dal Car, il "food ellenico" rifornisca la rete di distribuzione al consumo e gli esercizi di ristorazione e somministrazione di Roma, del Lazio e dell’Italia Centrale, l’Ufficio marketing di via Tenuta del Cavaliere ha dato ieri un quadro preciso studiando fatture.

Il foglio Excel cita orate (Tsipoula) e spigole allevate (Lavraki) nell’area di Tesprozia, i cocomeri del Peloponneso, le ciliegie di Macedonia. "Sono prodotti freschi dotati dei certificati di qualità ineludibili – spiega Pallottini – per esportare in Europa. Convenienti nei prezzi, di qualità discreta e buona affidabilità, nel Car occupano il piccolo segmento di una nicchia. Se anche la Grecia uscisse o fosse esclusa dall’Unione o dall’Eurozona, è assurdo temere il crollo delle garanzie con cui vende frutta e pesce agli europartner. Non sono "eccellenze". Ma prodotti di qualità media, che perderebbero ogni sbocco europeo appena privati dei certificati di qualità per aumenti di antibiotici nei vivai o di pesticidi nei campi".

Ciò che invece segnalano i grossisti del Car con fornitori in Grecia è il rischio che pesa sui settori economici locali più forti nell’export. "Salvo i vivaisti che si fanno pagare e fatturano all’estero specie a Cipro – rivela un grossista di pesce del Car che vuole l’anonimato – gli allevamenti ittici sono in crisi. Mancano del prodotto per carenza di materie prime: mangimi, alghe, avannotti e la penuria di benzina frena i trasporti interni".

Anche un collega del Mercato ortofrutticolo sa dei problemi dei fornitori ellenici: "I movimenti bancari fermi, il credito chiuso, il liquido che manca alzano i prezzi ai consumi interni. Inimmaginabile l’invasione dell’Italia di cibi greci". E se tra le aziende di spedizioni e trasporti nel Car c’è qualche dubbio sui servizi logistici dalla Grecia (il caldo esalta i difetti alla catena del freddo…), Pallottini sorride dei produttori italiani timorosi di eccessi di concorrenza alimentare ellenica al ribasso. "Veramente – si destreggia – io so di produttori italiani che si fregano le mani per le difficoltà dei colleghi greci. Non è bello, ma è negli usi del commercio…".

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