GREEN DEAL, DORFMANN: “PIÙ RISORSE PER UN’AGRICOLTURA PIÙ VERDE”

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“Il Green deal europeo è davvero ‘l’inizio di un lungo viaggio’, come lo ha definito Ursula von der Leyen. Arriveremo a destinazione e convinceremo gli altri Paesi a seguirci solo se riusciremo a essere al contempo sostenibili e competitivi”. Commenta così l’europarlamentare Herbert Dorfmann (nella foto), coordinatore del Partito popolare europeo in commissione agricoltura, il discorso con cui Ursula von der Leyen ha presentato ieri in Parlamento europeo il suo “piano verde per l’Europa”. In questa occasione la nuova presidente della Commissione ha svelato un pacchetto di misure che toccano tutti i principali settori produttivi europei, dall’energia all’industria, dai trasporti all’agricoltura, con le quali vuole azzerare le emissioni di CO2 prodotte dagli Stati membri entro il 2050 – raggiungendo così la cosiddetta neutralità climatica – e ridurle fino al 55 per cento entro il 2030.

Parlando del ruolo che giocherà il settore agricolo in questo ambizioso piano, Herbert Dorfmann chiarisce: “Gli agricoltori sono decisamente parte della soluzione al problema del riscaldamento climatico, perché una gestione sostenibile del terreno e delle piante consente di rimuovere dall’atmosfera importanti quantità di anidride carbonica”.

Per quanto riguarda l’agricoltura europea, la proposta di von der Leyen pone l’accento sulla diminuzione dei prodotti fitosanitari, dei fertilizzanti e degli antibiotici. “È giusto ambire a ridurre l’impiego di questi prodotti – sostiene Dorfmann – ma bisogna farlo con la consapevolezza che oggi i fitofarmaci sono una necessità per far fronte a una serie di malattie delle piante che creano, peraltro, nuovi problemi, come nel caso della cimice asiatica. La transizione ‘verde’ in agricoltura deve essere guidata da scelte innovative: servono maggiori fondi nel campo della ricerca (per stimolare, ad esempio, il miglioramento genetico) ma anche, soprattutto, in quello delle tecnologie. Gli agricoltori europei devono poter accedere a queste tecnologie, altrimenti il Green deal rischierà di metterli fuori mercato”.

Il piano verde è anche, soprattutto, una questione di fondi. Sul fronte degli investimenti, si stima infatti che serviranno investimenti supplementari annui dell’ammontare di 260 miliardi per centrare gli obiettivi al 2030. Alcune di queste risorse dovranno essere necessariamente dedicate all’agricoltura: “Parte dell’impegno finanziario del Green Deal dovrà andare agli agricoltori. Ad esempio, per quanto riguarda la riforma della politica agricola comune, sono favorevole all’introduzione di nuovi obiettivi in materia di tutela ambientale solo a patto che questi siano finanziati attraverso un’adeguata dotazione nel bilancio pluriennale. Il contributo degli agricoltori alla lotta al cambiamento climatico va retribuito in maniera corrispondente, altrimenti il settore non reggerà più la concorrenza globale”.

La proposta di von der Leyen pone anche l’accento sulla necessità di informare maggiormente i consumatori, al fine di permettere loro di fare scelte più responsabili. “È fondamentale che la decisione finale sia lasciata ai consumatori – conclude Dorfmann – un aumento della produzione biologica, ad esempio, deve corrispondere a una maggiore richiesta da parte di chi compra questi prodotti. Questa è l’unica via per un’agricoltura al contempo sostenibile e competitiva”.

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