Si chiama Uniozono ed è la nuova tecnologia sviluppata, e lanciata a Fruit Attraction, da Roser Sistemas, azienda di Madrid. Con il suo sistema di nebulizzazione di una soluzione composta da acqua e ozono, che va applicato direttamente nel reparto ortofrutta o nelle celle di stoccaggio, questa innovazione riesce ad allungare la vita dell’ortofrutta fresca da due a quattro volte tanto.
La tecnologia dell’azienda, su cui poi si è creato l’upgrade Uniozono, punta sul contenimento dell’umidità attraverso il sistema (nebulizzante) denominato ROS-X-4000 che è un umidificatore digitale ad alta frequenza. Un tubo, in sostanza, che va posizionato sopra l’ortofrutta esposta come si fa in pescheria per rinfrescare il pesce.
“Sono delle barre – spiega Sergio Arteaga Blanco (nella foto), ingegnere industriale dell’azienda – da cui esce una soluzione combinata di acqua e ozono la cui percentuale, nel mix, varia in base al prodotto. Per un esposizione mista di prodotti ortofrutticoli, come quella che si trova nei reparti ortofrutticoli dei negozi, bastano 2 ppm di ozono per raddoppiare la shelf life della merce esposta. Con una nebulizzazione ogni 15 minuti, che è il tempo supposto di permanenza del cliente nel reparto ortofrutta, si può arrivare anche ad una settimana di shelf life in più”.
Questa tecnologia sfrutta le proprietà disinfettanti dell’ozono per ottenere acqua ozonificata e provocare una disinfezione superficiale dell’ortofrutta.
“Oltre alla disinfezione superficiale – precisa Arteaga – si crea anche un processo di protezione del prodotto dal momento che, disciolto nel mix con acqua nebulizzata, l’ozono permane sul prodotto fino a due ore. Mentre, libero nell’aria permane fino a 10 minuti. In sostanza, si crea una specie di coating sui prodotti esposti nel punto vendita, che riesce a preservarli più a lungo”.
Tra le applicazione di questa tecnologia, già industrializzata, c’è quella nelle celle di stoccaggio della frutta, come ad esempio, quelle delle banane.
“L’ozono è un ottimo fungicida. Applicandolo nelle celle di stoccaggio delle banane, siamo riusciti a quadruplicarne la shelf life, abbattendo, di fatto, il ciclo dell’etilene che è quello che fa marcire il frutto”.
Mariangela Latella