GRASSO (ORANFRIZER): “BUONA OFFERTA DI AGRUMI GRAZIE ALLA SPERIMENTAZIONE”

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Il 2018 è fisiologicamente un anno di scarica con un certo calo di volumi degli agrumi sul mercato. L’alluvione del 20 ottobre nella Sicilia orientale ha tuttavia appesantito tale situazione e, a pochi giorni dall’inizio della raccolta del Tarocco (limitatamente al clone non pigmentato poiché per il rosso bisognerà aspettare fine mese) si può già ipotizzare ad una stagione caratterizzata da buoni prezzi di vendita, trainati da una ridotta offerta di prodotto sul mercato unita ad una buona qualità organolettica e ad una pezzatura soddisfacente. A fare il punto con il Corriere Ortofrutticolo è Sara Grasso, export manager di Oranfrizer.

L’azienda catanese con sede a Scordia annualmente movimenta circa 50 mila tonnellate di agrumi di cui il 60% destinato al mercato del fresco e il restante 40% alla trasformazione presso l’impianto di Caltagirone, dove vengono prodotti intorno ai 3 milioni di litri di succo all’anno tra agrumi e melagrane.

Sara Grasso (terza da sinistra)

“Quest’anno, in generale, è previsto un ammanco di prodotto proveniente dalle aziende agricole conferitrici, colpite dall’alluvione, mentre come Oranfrizer possiamo comunque contare su una buona offerta”, dichiara la manager. “Nei 160 ettari di agrumeto dell’azienda agricola Carmito di Scordia – spiega – vengono prodotte arance da alberi posti su portainnesti differenti dai tradizionali. Per fare un esempio il Tarocco che solitamente viene posto su tronchi di arancio amaro, che come si è visto rendono la pianta altamente vulnerabile al Virus della Tristeza, a Carmito sono stati piantati con nuovi portainnesti che eludono tale patologia. Non solo, la continua sperimentazione e il know how acquisito ci hanno dato la possibilità di poter contare su varietà dalla stagionalità più lunga, allungando o anticipando la finestra produttiva, oltre che su migliori caratteristiche organolettiche. Un lavoro di ricerca e sviluppo che ha dato ottimi risultati. Ad oggi la nostra offerta – conclude Grasso – è dunque buona, tanto che stiamo lavorando per poter soddisfare l’intera domanda dei nostri clienti, sia italiani che esteri, e far fronte alle loro esigenze, nonostante le difficoltà legate ai mercati nordeuropei più esigenti circa l’estetica dei frutti, quest’anno più difficilmente accontentabili a causa della presenza di piccole imperfezioni sulla buccia delle arance, seppur ininfluenti sotto  il profilo organolettico”.

Chiara Brandi

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