GRANDINE NEL VERONESE, COLTIVAZIONI DEVASTATE

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È stato un 25 Aprile di passione per gli agricoltori di un’ampia parte del Veronese.

All’alba di ieri, nella fascia trasversale della provincia che va dalla Bassa sino al Nord-Ovest, si è infatti abbattuta una violenta grandinata. Intorno alle sei, alla pioggia, portata da un temporale scoppiato nella seconda parte della notte ed accompagnato da folate di vento, si sono mescolati chicchi di ghiaccio. I quali, pur avendo quasi dappertutto dimensioni non eccezionali, hanno imbiancato strade e campi. E, in alcune zone, si è avuto addirittura l’impressione che ci fosse stata una straordinaria nevicata fuori stagione. Grandinata Il fortunale ha colpito a macchia di leopardo la nostra provincia.

Da un primo monitoraggio di Condifesa Verona Codive, consorzio che si occupa di assicurazioni agevolate in agricoltura, la grandine si è manifestata soprattutto ad Albaredo d’Adige, Belfiore, Palù, San Martino Buon Albergo, Ca’ degli Oppi, Bovolone e Pescantina. Questa prima mappatura, che lo stesso ente definiva ieri suscettibile di modifiche, stando a quanto riferiscono agricoltori e rappresentanti delle associazioni di categoria è però limitata. Per quanto riguarda la Bassa, ad esempio, a Bevilacqua, sono caduti cinque-sei centimetri di ghiaccio, soprattutto fuori dal centro paese. Con un bilancio preoccupante in quando c’è chi afferma che sono andati distrutti interi campi di grano mandando in fumo i raccolti. D’altro canto, anche nella vicina Minerbe è scesa una spessa coltre di ghiaccio e si parla di perdite in campagna anche ad Angiari, Legnago e Bonavigo.

Si segnalano situazioni pesanti, poi, lungo tutta la direttrice che va verso la città, con danni anche in alcune aree dei territori comunali di Ronco e Zevio, e nell’area delle pesche sin quasi all’entroterra gardesano. Nessuno per il momento si azzarda a proporre stime delle perdite subite, visto che le conseguenze della grandine necessitano di qualche giorno per potersi manifestare in pieno, ma è già evidente che i danni non mancano. Nelle zone colpite si coltiva frutta, come pesche, albicocche, ciliegie, mele, pere e kiwi, che già ieri mostravano i segni dei colpi ricevuti dai chicchi di ghiaccio, ma si prevedono danneggiamenti anche nei campi di seminativi. «La caduta della grandine può risultare particolarmente dannosa in questo periodo dell’anno perché colpisce i frutticini (costituiscono la prima fase di crescita dei frutti veri e propri, ndr) proprio nei primi giorni di formazione», spiega Michele Marani, direttore del Codive. «In questo modo», aggiunge, «essi vengono danneggiati, subendo deformazioni a causa delle quali non risultano più commerciabili». Associazioni di categoria «Anche se non ha colpito in maniera uniforme, questo fortunale ha sicuramente portato delle conseguenze, che in alcuni casi paiono essere piuttosto gravi», rimarca Alex Vantini, presidente di Coldiretti Verona. «Anch’io sto ricevendo da questa mattina messaggi di agricoltori che segnalano danni», continua. Per poi spiegare che la grandine «ha colpito sicuramente un po’ tutti i tipi di frutta e, probabilmente, anche le orticole, come i pomodori, che giusto in questo periodo sono state trapiantate in pieno campo». «Per l’uva non dovrebbero invece esserci problemi, visto che pare che le aree votate a questa produzione si siano salvate», aggiunge. «Purtroppo, la maggior parte delle reti antigrandine erano ancora chiuse, visto che siamo ancora in aprile», afferma Francesca Aldegheri, frutticoltrice a Belfiore e rappresentante di Confagricoltura. «Per quanto riguarda le mele», sottolinea, «è ancora presto per capire se ci saranno danni, mentre su albicocche e ciliegie i segni sono già evidenti, anche se la conta dei danni la si potrà fare solo nei prossimi giorni». «Quest’anno, purtroppo, non ci facciamo mancare nulla, visto che anche il problema della siccità non è certo risolto», rimarca invece Alberto De Togni, presidente di Confagricoltura Verona. Secondo Andrea Lavagnoli, che è a capo di Cia-Agricoltori italiani Verona, «nei campi di Bonavigo sono rimasti per ore cumuli di chicchi finissimi di grandine» e «si rilevano in modo abbastanza diffuso allettamenti del grano e degli erbai, mentre pare non ci siano conseguenze per le piantine di mais». In alcuni casi, infatti, l’acqua avrebbe fatto da cuscinetto.

Gli effetti della grandinata di ieri mattina sono oggetto di particolare attenzione da parte della Regione. Lo assicura il governatore del Veneto Luca Zaia, il quale fa sapere che l’ente che egli guida «sta valutando, assieme ai tecnici ed alle associazioni di categoria, l’attivazione di ogni iniziativa che possa risultare utile nel fronteggiare le conseguenze dell’ondata di maltempo». In particolare, Zaia informa «che è già stata attivata l’Avepa, l’Agenzia veneta per i pagamenti in agricoltura, per l’invio di squadre sul territorio, al fine di avere una prima valutazione dei danni». «La grandine ha coinvolto colture e attività agricole che sono già fortemente in difficoltà a causa della siccità», rimarca Zaia, annunciando i essersi messo subito in contatto con i sindaci dei Comuni colpiti.

Grandinate anche nel Padovano e Rodigino

“Siccità, gelate e ora la grandine: queste sono le condizioni climatiche con cui devono convivere ormai gli agricoltori – sottolinea amareggiato Michele Barbetta, presidente di Confagricoltura Padova -. È un altro pesantissimo colpo alla produzione, già in grave difficoltà a causa della siccità e degli aumenti dei costi di fertilizzanti e mangimi. Gli associati riferiscono di danni importanti a bietole, colza, grano, cipolle, patate, orticole trapiantate e poi fragole, vite e piante da frutto. Già la stagione 2022 era stata infausta, con la violenta grandinata di luglio che aveva causato perdite fino al 50% dei seminativi e poi il caldo anomalo e la penuria d’acqua, che avevano portato al dimezzamento del raccolto di mais. Il 2023 comincia male, con la siccità che ci dà grosse preoccupazioni in vista delle irrigazioni estive e questa prima tempesta che fa molto male. Di fronte a questi eventi climatici disastrosi è sempre più importante saper gestire i rischi con la difesa attiva, oltre che con le assicurazioni e i fondi di mutualità”.

Nel Rodigino si segnalano danni a Lusia, Rovigo, Arquà Polesine e Crespino, con danni alle strutture delle serre, oltre che alle orticole e ai seminativi, in particolar modo il frumento. Quale sia l’ammontare delle perdite sarà da verificare nei prossimi giorni. (fonte: L’Arena)

 

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