GRAND TOUR ITALIA, I SOCI DI LINFA DICONO SI A FARINETTI. SUL PIATTO 2,5 MILIONI

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Oscar Farinetti chiede a Bologna di credere, finalmente, al «suo» Grand Tour Italia rinato dalle ceneri di Fico. E almeno un pezzo di città, quella che nel progetto imprenditoriale del fondatore di Eataly aveva inizialmente posto fiducia per poi in parte perderla, ora risponde e torna a dire sì: «Siamo convinti» dicono in sostanza da Linfa, la società quotista del Fondo Pai che ha realizzato l’infrastruttura del parco attorno al Caab, centro agroalimentare del capoluogo dell’Emilia Romagna. Ma con riserva: purché il territorio — è il paletto — con il suo tessuto economico specifico sia adeguatamente rappresentato e valorizzato nel programma e in quei 50mila mq attorno al Caab.

Per siglare il ritrovato sodalizio, soprattutto, i soci di Linfa — realtà costituita per raccogliere gli investimenti delle realtà bolognesi — mettono sul piatto 2,5 milioni di euro, come spiega in un articolo Il Corriere di Bologna. I soci sono Emil Banca, Coprob Italia Zuccheri e Saca (coop rappresentate da Confcooperative), a cui si aggiungono gli investimenti degli artigiani di Cna, di Ascom, di Poligrafici Printing e di alcuni imprenditori bolognesi.

«Ci siamo confrontati con Oscar Farinetti relativamente al nuovo progetto di Grand Tour Italia — fa sapere il presidente di Linfa Giancarlo Tonelli riferendosi a una recente riunione — È un’iniziativa importante per l’agroalimentare, l’enogastronomia e il turismo italiani, ma anche un’opportunità per la Città metropolitana di Bologna, che ha creduto in Fico, ora vogliamo credere nel lancio di Grand Tour Italia». «Il nuovo progetto presenta caratteristiche che convincono – va avanti Tonelli che inizialmente non aveva mandato giù la chiusura senza preavviso di Fico – Farinetti si è reso disponibile ad un incontro con i soci del territorio che confidiamo inauguri una consuetudine di disponibilità e di confronto per i prossimi tempi».

Il chiarimento sul progetto

Farinetti, insomma, nel presentare Grand Tour Italia costato un impegno di 15 milioni aveva invitato i cittadini a frequentarlo da quando, il 5 settembre, aprirà i battenti. Aveva poi aveva chiesto alle istituzioni e alle imprese di non fare mancare il sostegno allargando l’appello anche alle regioni messe in vetrina nel nuovo parco con le loro eccellenze. I segnali di interesse pare stiano arrivando, tanto da rassicurare soci e investitori. Anche Daniele Ravaglia, vicepresidente di Confcooperative Terre d’Emilia, aveva reclamato un chiarimento sul progetto Grand Tour al momento dell’annuncio. «Veniamo dall’esperienza di una relazione con il territorio carente, l’annuncio del cambio di rotta ci ha presi alla sprovvista e da subito abbiamo reclamato attenzione — ricorda —. Devo dire che Farinetti si è reso da subito recettivo. Sa che ci abbiamo creduto».

«Il punto — puntualizza Ravaglia sempre sul Corriere — non sono i dividendi, che possono venire o meno, il punto è il dialogo con il territorio, ricambiare con l’attenzione la fiducia accordata, con Fico si era percepita una distanza dalla città» continua. «Farinetti questa volta è sceso in campo personalmente, da parte nostra c’è apertura e il progetto è convincente. Occorre però continuare a relazionarsi in modo diretto e ad essere coerenti nei messaggi che si lanciano al territorio e al suo ecosistema produttivo, che deve sentirsi coinvolto nel progetto».

Il Caab rifornirà il Grand Tour Italia di prodotti freschi

Oltre ai soci di Linfa (in foto) hanno partecipato all’incontro anche Marco Marcatili e Alessandro Bonfiglioli, rispettivamente presidente e direttore generale di Caab, principale azionista di Grand Tour, (e locatore degli spazi) che ha già rivendicato la fornitura dei prodotti freschi per i ristoranti presenti nell’ex Fico.

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