GORILLAS ENTRA NELLA PRIVATE LABEL CON QUATTRO LINEE A MARCHIO: C’È ANCHE L’ORTOFRUTTA

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Gorillas lancia i propri prodotti a marchio. Il colosso del delivery, alle prese con piani di ridimensionamento, cerca di rilancia e lo fa entrando nel mondo delle private label con il lancio di quattro marchi propri: Gorillas daily, per la spesa di tutti i giorni, Gorillas premium, per le specialità e le gourmandise, Hot damn, caffetteria, e una linea di birre (< start-up beer >), al momento composta da due prodotti artigianali.

Il paniere è composto da una cinquantina di referenze e di 11 categorie tra le più diffuse nel settore del largo consumo alimentare, che saranno introdotte nei maggiori mercati della regina del quick commerce: Germania, Francia, Gran Bretagna e Olanda.

Il primo lancio è previsto per domani, 9 giugno, sull’app di Gorillas, mentre la distribuzione si intensificherà nel corso dell’estate.

L’assortimento comprende fra l’altro, pasta secca e fresca, pesto e altri condimenti, mozzarella di bufala e burrata, affettati in busta (mortadella, coppa, prosciutto crudo, tagliere misto), snack da passeggio dolci e salati: un menu, in sostanza, di stile molto italiano, ma con notevoli spunti cosmopoliti.

Ma non mancherà l’ortofrutta: ci saranno infatti anche succhi freschi di mela o arancia, oltre a numerose referenze di frutta secca.

“Fin dalla nostra nascita, nel 2020, avevamo in progetto di creare i nostri marchi – spiega il fondatore e Ceo, Kagan Sumer -. Certamente si tratta anche di un elemento fondamentale per generare maggiori profitti e per consolidarci nei nostri Paesi chiave”.

Tutte le Mdd di Gorillas sono state progettate in collaborazione con fornitori terzi e sulla base di protocolli di trasparenza e sostenibilità. Per esempio, i terzisti di birre e succhi di frutta lavorano al 100% con energie rinnovabili, hanno pianificato azioni per ridurre al minimo le proprie emissioni di CO2 e utilizzano confezioni di materiali cartacei, o riciclati, come del resto i fornitori di nocciole e frutta secca.

L’operazione non coinvolgerà l’Italia anche se non bisogna mai dire mai. Ma il nostro Paese, già un paio di settimane fa, in occasione dell’annuncio di 300 tagli al personale di sede, è stato classificato come un mercato importante, ma non strategico, e nel quale la start up tedesca, “farà il possibile per rimanere”.

(fonte: Distribuzione Moderna)

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