GLI ESPORTATORI EGIZIANI RIMPIANGONO LA VISEMAR

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Una delegazione di imprenditori egiziani, comprendente alcuni tra i maggiori esportatori di ortofrutta, è in questi giorni in Italia per prendere parte a incontri sulla cooperazione tra le due economie, in particolare nel settore agro-alimentare così come in quello industriale. L’instabilità politica dell’Egitto in questo periodo non ha ripercussioni negative sui rapporti economici con l’Italia.

Per quanto riguarda l’ortofrutta, per esempio, le partenze del prodotto destinato all’estero sono regolari così come sono regolari le operazioni di import di mele e di altra frutta europea. Quello che gli esportatori egiziani vorrebbero, in termini prioritari, è il ripristino di una linea marittima dedicata al trasporto dei semi-rimorchi dopo la chiusura dell’esperienza della Visemar (la linea toccava Venezia, Alessandria d’Egitto e Tartus in Siria).

Un servizio settimanale che permettesse di traghettare in tre giorni i prodotti ortofrutticoli più deperibili, come fragole e fagiolini, ridarebbe fiato al ruolo dell’Italia di essere piattaforma logistica egiziana verso il mercato europeo. Per uva da tavola, arance, patate il trasporto marittimo (con navi porta-container) è già adeguato e sono più d’uno i porti italiani che hanno beneficiato nei mesi scorsi di una stagione positiva dell’export egiziano (per l’uva da tavola in particolare).

"Non è facile trovare oggi una soluzione", commenta un esperto di cose egiziane come Mario Morini. "Un armatore non può, di questi tempi, e dopo quanto accaduto alla Visemar, mettere in acqua due traghetti, che è quello che serve, senza ottenere in anticipo garanzie precise".

Circa la situazione interna egiziana, essa resta fluida perché un equilibrio tra i movimenti politici in campo non è ancora stato trovato. Sherif el Beltagy, proprietario della Belco, una delle più grandi società di esportazione, non si è limitato agli incontri romani. Ha raggiunto Bolzano, dove ha messo a punto le prossime campagne commerciali con un distributore in grado di coprire i mercati del Centro Europa. E a Verona si è occupato di logistica, incontrando il trasportatore Francesco Corsi. L’impressione è che, tra Egitto e Italia, la conoscenza delle reciproche esigenze, a livello operativo, non abbia ancora raggiunto l’auspicata chiarezza e questo anche per il sovrapporsi di iniziative non bene coordinate tra loro.

 

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