GLI AGRUMI SICILIANI MINACCIATI DA UN NUOVO MICIDIALE PARASSITA: SEMINARIO A CALTAGIRONE

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di Angela Sciortino
In programma per il prossimo 23 novembre con inizio alle 14, a Caltagirone presso la Op Viva di Natura (Zona Industriale Contrada Balchino), un seminario sull’aleurodide spinoso degli agrumi (Aleurocanthus spiniferus) nuova minaccia per gli agrumeti della Sicilia che ha cominciato a farsi vedere anche nell’Isola, principalmente nell’area agrumetata calatina.
I lavori aperti e coordinati dal presidente della Op Viva di natura, Giuseppe Di Silvestro, prevedono l’intervento di Giuseppe Massimino Cocuzza, entomologo, che approfondirà gli aspetti scientifici, di Filadelfo Conti e Giuseppe Campo, ispettori fitosanitari del Servizio fitosanitario della Regione Siciliana che approfondiranno gli aspetti fitosanitari e di Carmelo Asero, consulente tecnico della Op Viva di Natura che tratterà gli aspetti tecnici. I lavori si concluderanno alle 17,30 con le conclusioni del presidente della Op Viva di Natura.
L’aleurodide spinoso è un insetto appartenente all’ordine dei Rincoti e alla famiglia degli Aleurodidi, originario dell’Asia. In Italia è stato segnalato per la prima volta in Puglia, nel 2008, e si è diffuso in altre regioni del Sud e del centro-Nord. Gli adulti assomigliano a piccoli moscerini (1,4-1,7 mm di lunghezza) con ali di colore grigio bluastro, segnate da macchie chiare. Le uova vengono deposte sulla pagina inferiore delle foglie, dove l’insetto compie il suo ciclo biologico. Gli stadi giovanili sono quattro, di cui solo il primo si muove, essendo dotato di zampe, mentre gli altri ne sono privi e rimangono fissi sulla superficie delle foglie. Essi sono di forma ovoidale, di colore nero, circondati da una caratteristica frangia cerosa bianca e presentano lunghe spine filamentose lungo la parte periferica
Aleurocanthus spiniferus ha un potenziale distruttivo enorme: come accade per altre specie simili (Aleuthrixus floccosus è un esempio) si insedia in dense colonie sulla pagina inferiore delle giovani foglie e lì si nutre della linfa elaborata che non riesce a metabolizzare completamente, cosicché emette una gran quantità di melata. Quest’ultima, com’è noto, è un ottimo terreno di coltura per i funghi che causano la fumaggine. La sua diffusione durante il periodo autunnale causa un vero e proprio disastro: i frutti imbrattati, infatti, non possono essere immessi nel circuito commerciale. Gli adulti non sono dei buoni volatori ma, favoriti dal vento, si spostano solo per brevi distanze. La diffusione dell’insetto su grandi distanze avviene mediante il trasporto di piante o materiale vegetale infestati.
Per tre anni gli ispettori del Servizio Fitosanitario Regionale hanno fatto capillare informazione “porta a porta” nei confronti degli agrumicoltori concentrando attenzione e lavoro sul rallentamento della diffusione dell’insetto, limitando per quanto possibile i confini del suo areale di presenza. “Abbiamo imparato molto da quanto accaduto in Sud Africa e Australia: siamo stati così più proattivi nel prevenire la veloce diffusione della nuova mosca bianca”, affermano gli ispettori.
È considerato un organismo nocivo da quarantena e siccome non è tecnicamente possibile eradicarlo, bisogna comunque contenerlo e ostacolarne la diffusione. Un’infestazione elevata determina il deperimento delle piante e il deprezzamento dei frutti.

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