Mettere in campo strategie tecniche e azioni politico-sindacali congiunte per risollevare il settore frutticolo dopo un’annata catastrofica e i redditi da frutticoltura sostanzialmente azzerati.
Questo il principale obiettivo dell’incontro con i produttori del territorio, organizzato da Cia-Agricoltori Italiani Ferrara e Confagricoltura Ferrara. Tra i temi all’ordine del giorno la difesa attiva dalle gelate primaverili che è diventato il vero flagello per drupacee e pomacee, ma anche per molte varietà di orticole, che va ad aggiungersi alle fitopatologie provocate da cimice asiatica e alternaria, ben lontane dall’essere debellate.
Elisabetta Moscheni, presidente della Sezione Frutticola di Confagricoltura Ferrara, ha introdotto l’incontro, ricordando: “La nostra Regione ha messo a disposizione un bando per la difesa attiva da gelate e quindi c’è consapevolezza di un problema che è diventato emergenziale. Il contributo regionale coprirà il 70% dell’investimento per l’acquisto di ventilatori e bruciatori antibrina e l’implementazione di impianti irrigui esistenti con l’aggiunta di una linea di adduzione con specifiche funzioni antibrina del tipo ad aspersione soprachioma o sottochioma. Il contributo viene concesso a condizione che ci sia un impianto di irrigazione esistente e naturalmente i Consorzi di Bonifica devono mettere a disposizione l’acqua nei periodi delle presunte gelate, ma credo che nel ferrarese non ci saranno problemi a livello di disponibilità irrigua”.
A seguire Gioele Chari, tecnico e divulgatore scientifico del CER, è entrato nel vivo, illustrando le modalità dell’irrigazione antibrina.
“Esistono due tipologie di gelata: per irraggiamento quando c’è un cielo sereno e c’è bassa umidità o per avvezione, che si verifica in presenza di movimenti di aria fredda e che nella nostra Regione solitamente è rarissima. Quest’anno, invece, si è presentata in maniera molto diffusa su tutto il territorio regionale e ha provocato i danni che ormai conosciamo. L’irrigazione antibrina è efficace ma va gestita in maniera puntuale – ha spiegato Chiari – perché innanzitutto funziona solo quando la gelata è per irraggiamento e poi vanno considerati diversi parametri come la grandezza della goccia, i turni di irrigazione e la gestione dell’impianto che deve naturalmente trattenere il calore per proteggere le piante. Bisogna anche calcolare il grado di umidità presente, perché quando si fa partire l’irrigazione si rischia di fare più danni che quelli provocati dalla gelata stessa e il flusso d’acqua non va arrestato troppo presto perché gli organi a contatto con il ghiaccio possono venire raggelati durante il passaggio di stato. Quindi si tratta di tecniche che possono davvero fare la differenza per la difesa dei prodotti frutticoli che richiedono, però, una tempestività d’intervento e una gestione accurata”.
A seguire l’esperienza di un produttore piemontese –una regione bersagliata dalle gelate per molti anni – rappresentante di un’azienda americana che produce e installa ventole antibrina che stanno avendo ottimi risultati per le gelate prolungate, che riguardano tutta la notte o più giorni. Si tratta di un sistema formato da un’elica dalla forma particolare montata su un palo, alimentata da due motori diesel o gpl – che ha il pregio di non inquinare – che si mette in moto automaticamente e può essere installata attingendo ai fondi del bando regionale. Al termine dell’iniziativa un produttore bolognese, Massimo Baioni associato a Confagricoltura, ha spiegato la sua esperienza nell’utilizzo in azienda di macchine antibrina fin dagli anni ‘90 e la loro efficacia nella prevenzione dei danni da gelo.