“Nei prossimi cinque anni l’attuale sistema della grande distribuzione sarà diverso da quello attuale e la trasformazione non sarà indolore per il comparto ortofrutticolo soprattutto sul fronte delle varietà”.
La visione di Claudio Mazzini (nella foto), responsabile commerciale freschissimi di Coop Italia, sulle evoluzioni di mercato dei grandi retailer italiani è chiara: si va verso superfici di vendita sempre più piccole e il ricompattamento delle aree riguarderà inevitabilmente anche i reparti ortofrutta.
“I grandi contenitori – ci ha spiegato – stanno vivendo un momento di crisi di identità. L’approccio alla spesa del consumatore sta cambiando rapidamente. Siamo molto lontani dalle abitudini di acquisto degli anni ’90, inizio Duemila, quando la gente era disposta a dedicare anche due ore del suo tempo dentro un centro commerciale. Adesso quel tempo si preferisce dedicarlo ad altro e la spesa è diventata più veloce”.
In che modo queste abitudini di acquisto si riverberano sui format dei retailer?
“Si va verso modelli di negozi medio-piccoli di mille-mille cinquecento metri. I segnali ci sono già tutti e ci dicono che il cambiamento è già iniziato e non sarà indolore per il comparto produttivo ortofrutticolo”.
In che senso?
“L’assortimento dovrà essere coerenti agli spazi, sarà inevitabilmente più semplificato. Oggi nei supermercati italiani siamo abituati a vedere i reparti ortofrutta con assortimenti ampi e profondi caratterizzati da una ricchezza di stagionalità che non si trova in Europa. La riduzione delle superfici comporterà inevitabilmente una revisione di questa impostazione”.
In che modo?
“Il modello sarà quello dei supermercati semplificati sulla falsariga dei soft-discount. Ci sarà più prodotto unbranded anche se non necessariamente sfuso. L’assortimento va verso la semplificazione e verso la minore profondità, quindi meno marche e una limitata presenza di stagionalità come punto di forza”.
Vuol dire più spazio alla private label?
“Non necessariamente. Comporre il paniere del nuovo assortimento sarà un passo successivo alla riorganizzazione dei nuovi formati di store. Prima di tutto, per potere attuare una semplificazione aderente alle richieste del consumatore, occorrerà fare delle indagini di mercato per capire come selezionare i prodotti. Poi si passerà alle scelte legate alla marca e alla scala dei prezzi”.
Questo potrebbe comportare una perdita di quota di mercato della Gdo nella vendita F&V?
“Non sto dicendo questo. Andare verso questa direzione non significa che i produttori venderanno meno quantità di ortofrutta. Quello che tende a ridursi sarà la varietà assortimentale”.
Mariangela Latella