GARDINI, PAC: “IL PREVISTO TAGLIO DI RISORSE AL SETTORE È POCO STRATEGICO”

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Il mondo ha bisogno di agricoltura a causa della crescente domanda di cibo planetaria che potrebbe presto creare una emergenza alimentare. Per questo ci appare assolutamente poco strategica la decisione contenuta nelle prime proposte della Commissione Europea di tagliare le risorse destinate all’agricoltura nel bilancio europeo 2014-2020".

"Questo anche in considerazione del fatto che in uno scenario economico di forte crisi l’agroalimentare costituisce ancora un settore in grado di offrire opportunità lavorative”. Lo ha dichiarato il presidente di Fedagri-Confcooperative Maurizio Gardini (nella foto) nel corso del suo intervento alla prima Assemblea unitaria delle cooperative agroalimentari di Fedagri, Legacoop Agroalimentare e Agci-Agrital (leggi news).

“La cooperazione – ha proseguito Gardini – ha richiesto pertanto un impegno forte da parte del Parlamento Europeo e del Governo nazionale per mantenere l’attuale dotazione complessiva per l’agricoltura nel bilancio UE e di conseguenza, anche la quota italiana. l’Italia rischia di perdere oltre tre miliardi di euro in sette anni rispetto alla dotazione attuale, ovvero oltre il 10% delle risorse oggi a nostra disposizione”.

Le proposte ufficiali della Commissione per la nuova PAC non convincono neanche rispetto ai reali beneficiari degli aiuti. Le organizzazioni cooperative chiedono che il sostegno sia erogato solo alle aziende che realmente producono per il mercato e che sono protagoniste del mercato. “È ora di dire basta – ha dichiarato il presidente Gardini – a sostegni di tipo assistenzialistico anche a chi non produce affatto”. Ferma contrarietà delle Organizzazioni cooperative anche ad una distribuzione di risorse a pioggia senza un approccio strategico volto a risolvere i veri problemi dell’agricoltura, che sono la mancanza di reali strumenti per favorire la competitività e per la gestione dei rischi. Le Organizzazioni cooperative si appellano quindi a Governo nazionale e Parlamento europeo perché nella nuova PAC vengano introdotte misure che incentivino concretamente l’aggregazione dell’offerta attraverso la costituzione di OP formate da agricoltori che effettivamente detengano e commercializzino la totalità della produzione dei propri soci, come già avviene nel settore ortofrutticolo.

Un altro capitolo che andrebbe modificato sulla proposta PAC è poi quello relativo agli impegni ambientali che, spiega Gardini, “appaiono non adatti ai paesi mediterranei ma pensati solo per le colture e i pascoli estensivi dell’Europa continentale. Sarebbe auspicabile che venga consentito agli Stati membri di adattare gli impegni ambientali alle proprie realtà specifiche elaborando, inoltre, un meccanismo di recupero efficace delle somme non spese che devono rimanere allo Stato membro”.

Infine, la Pac nel suo impianto generale tende a penalizzare le imprese di dimensioni maggiori con l’introduzione del capping (i tetti aziendali), “una misura antistorica – spiega ancora Gardini – che finisce per colpire proprio le aggregazioni che utilizzano i finanziamenti comunitari a vantaggio di tante piccole aziende agricole associate, innescando in tal mondo un meccanismo virtuoso di semplificazione burocratica che fa risparmiare all’UE milioni di euro di costi legati alle domande di sostegno unico”. Infine, altra modifica da attivare alla PAC è quella della semplificazione dei regimi di pagamento che appaiono peggiorati rispetto al passato sia dal punto di vista delle procedure che dei controlli.

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