FUNZIONA IL MACFRUT A RIMINI. È FINITA LA GUERRA DELLE FIERE?

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I primi due giorni del Macfrut a Rimini dicono tre cose: che la scelta di Rimini funziona, che la scommessa di Piraccini sulla Romagna è vincente e che è finita la guerra delle fiere dell’ortofrutta. Ma dicono anche un’altra cosa: che la strada per competere con Berlino o con Madrid è ancora lunga e che serviranno altre scelte coraggiose.

Intanto le previsioni dicono +50% di fatturato e +50% di spazi venduti per questo Macfrut 2015, per i dati sui visitatori bisognerà aspettare la chiusura del salone prevista per domani. Comunque si può già parlare di successo per il sistema Romagna che ha dimostrato che al momento la fiera dell’ortofrutta italiana si chiama Macfrut.

Ma il giusto e comprensibile orgoglio territoriale (due fiere, due città, un solo evento ) non deve far dimenticare che il sistema ortofrutta Italia merita un evento nazionale che si proietti in campo internazionale perché è sui mercati esteri che si gioca il futuro della nostra ortofrutta. Scelta di cui tutti sono consapevoli e che è dimostrata dall’alleanza con Madrid per un network globale fieristico (una operazione di ‘centralità mediterranea’, l’ha definita De Castro) che intanto farà nascere un salone al Cairo nel maggio 2016 in abbinata con Food Africa poi si vedrà (Sud America, Asia le altre aree di interesse).

Gli inviti di De Castro e del viceministro Olivero a guardare in alto, a osare di più significano che sul successo di questo Macfrut può costruirsi un accordo nazionale per una fiera unica dell’ortofrutta italiana su cui si sta lavorando sotto traccia grazie alla mediazione di Francesco Pugliese, presidente di Fruit Innovation, il salone milanese oggi di proprietà di Fiera Milano che ha annunciato di sospendere l’edizione 2016 per ripartire nel 2017 in abbinata con TuttoFood. E qui potrebbero arrivare le novità su cui le diplomazie sono al lavoro. Un eventuale accordo – che però oggi non è scontato – potrebbe portare Macfrut a Milano nel 2017 per poi diventare itinerante: un anno a Rimini e l’altro a Milano, magari con una caratterizzazione diversa: più fiera di filiera Rimini (con macchine e tecnologie in primo piano), più fiera di prodotto Milano grazie anche al richiamo di TuttoFood.

Solo ipotesi per ora, da verificare e mettere alla prova, però l’esigenza di ricompattare il sistema è ormai inderogabile. Il guanto di sfida a Berlino si può lanciare solo se il sistema Italia sarà unito e se tutti ragioneranno nella stessa direzione, con la stessa visione strategica, lasciandosi alle spalle finalmente campanilismi, regionalismi e sterili contrapposizioni, come hanno fatto gli spagnoli che hanno chiuso tutte le fiere di settore sparse nel paese per costruire un unico , vero evento nazionale.

Lorenzo Frassoldati

direttore del Corriere Ortofrutticolo

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