“Non lanciamo inutili allarmismi che rischiano solo di creare terrorismo psicologico nei confronti dei consumatori. Generalizzando si rischia di colpire un intero comparto senza avere dati e prove certe”. Stefano Gatto (nella foto), direttore commerciale della Garden Frutta di Verona, cerca di gettare acqua sul fuoco sul caso dei frutti di bosco congelati contaminati (leggi news).
“Non si sanno ancora con esattezza quale tipologia di piccolo frutto è stato colpito e comunque, è bene ancora una volta ribadirlo, si tratta di prodotto surgelato e non fresco. La confusione è ancora tanta”. E le ripercussioni sul mercato si fanno già sentire. “Dopo la diffusione della notizia una catena distributiva che collabora con noi nei giorni scorsi era addirittura intenzionata ad annullare un ordine che aveva effettuato sul prodotto fresco. Generalizzando, ripeto, si rischia di fare di tutta l’erba un fascio e di creare solo un grande caos. Solo con prove certe si potrà analizzare in maniera esatta la situazione. Altrimenti si rischia di creare un nuovo caso E. Coli con si scaglierebbe come un boomerang contro il settore”.
Gatto nel suo intervento replica con durezza inoltre una nota diramata nelle scorse ore da Ortofruit in cui oltre a ripetere che il prodotto italiano fresco è salubre metteva sotto accusa i mix di piccoli frutti congelati provenienti da Paesi extra Ue tra cui Cile e Svezia. “Non si possono citare nomi di Paesi senza avere prove certe. Si tratta di una grave approssimazione. Lavoriamo con il Cile e possiamo assicurare che coltivano un prodotto di alta qualità”.
Garden Frutta, specializzata nella commercializzazione di piccoli frutti, vende il prodotto nazionale, proveniente da Veneto, Trentino Alto Adige e Piemonte, durante il periodo estivo, mentre in contro stagione si rifornisce, seguendo i disciplinari europei, da Paesi americani, specie del Sud America, a partire dallo stesso Cile, oltre ad Argentina, Uruguay oltre che dal Messico. (em.zan.)
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